08 gennaio 2010

Non c'è più posto per il compagno di banco: che vada altrove!

- Limite del 30 % agli stranieri in classe stabilito da una nota ministeriale. L'eccesso dovrebbe forse essere distribuito nelle scuole circostanti, ma talvolta accade che anche queste siano già prossime al limite. La popolazione scolastica è costituita in modo consistente da nuovi italiani. Il problema sarà pesante in zone geografiche in cui ai giovani e giovanissimi stranieri saranno imposti onerosi spostamenti. Ci sono classi in cui bambini e bambine che hanno condiviso la gioia dell'apprendere nel corso delle elementari: saranno smembrate in prima media. Penso ai tanti "stranieri" che ho in classe e che conoscono lingua, storia e geografia d'Italia meglio di tante compagne e compagni nati qui. Perché allontanarli?
Implicitamente le nuove disposizioni ministeriali possono costituire un decisivo incoraggiamento all’istruzione privata "in proprio", a cura delle comunità straniere più consistenti ed aggregate.
La legge fascista del 5 settembre 1938 - XVI, n. 1390 (Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola) impose agli ebrei di "arrangiarsi" e nacquero le scuole ebraiche. Io continuo ostinatamente a credere in una scuola laica, libera e democratica.
Una scuola che esclude ed allontana non è la scuola che voleva Mario Bettinzoli, maestro e patriota cattolico a cui è intitolato il mio istituto scolastico. Una scuola che discrimina non è la scuola di Giacomo Perlasca, Astolfo Lunardi, Tita Secchi, Teresio Olivelli. A ciascuno di questi eroi bresciani è intitolato un istituto scolastico. Il loro sacrificio è oggi dimenticato?
Mir, Ana, Cristina, Maria, Diego, Alona, Alyssa, Elvis, Enxhi, Vadim, Joanna, Safa, Shanine… e tutti gli altri e le altre che parlano e scrivono disinvoltamente in italiano non possono avere un banco accanto ai compagni che hanno avuto a volte fino dall'asilo?
Allievi che d’estate vanno in giro indossando orgogliosamente la maglia azzurra della nazionale.
Studenti che lottano e vincono nelle gare sportive, onorando il nome della loro scuola.
Alunni che conquistano prestigiose borse di studio e riconoscimenti da "pagella d’oro".
Chi avrà il coraggio di stare in piedi davanti a loro e guardandoli negli occhi avrà animo di dire: «per te qui non c’è posto»?

Nessun commento: