26 giugno 2009

Il giorno in cui nella mia scuola vidi per la prima volta scritto "ingresso donne"

Non ci volevo credere e non capivo.
Poi compresi che era un segno di gioia.
Prima non c’era mai stato un “ingresso donne” a scuola perché a queste donne non era dato di entrare.
Ora sono orgoglioso di quell’aula della mia scuola in cui sono io a non poter entrare.
Ci entrano donne velate dai vestiti sgargianti, qualcuna porta con sé il piccolo in carrozzella, da tenere accanto al banco.
Copiano in italiano le parole della vita di ogni giorno.
Studiano le unità di misura dei prodotti che comprano al supermercato.
Imparano che ci sono doveri ma anche diritti.
Hanno il permesso di venire perché l’insegnante è una donna e l’ambiente è protetto, dedicato alle mamme.
Anche così si diventa Italiani.
Che bello quel giorno che Fatima mi chiamò eccitata in corridoio:
“profe! Quella è mia mamma!”.
Non indicava fuori, ma DENTRO alla scuola.

Profe, lo sa che non avevo mai visto una scuola?

Ragazzi colorati
Ragazzi sbarcati
Ragazzi coccolati
Ragazzi violentati
Ragazzi sradicati
Ragazzi normali
Ragazzi dimenticati
Ragazzi iperprotetti
Ragazzi senza passato
Ragazzi che non sanno mangiare
Ragazzi senza voce perché strappati alla loro lingua
Ragazzi nascosti in programma di protezione giudiziaria
Ragazzi in comunità, senza una famiglia che possa firmare la pagella
Ragazzi perseguitati e in fuga con la famiglia per motivi politici o religiosi
Ragazzi che scrivono di nascosto la millesima lettera, che stracceranno, al papà in carcere
Ragazzi figli di ingegneri, lavascale, divorziati, professori, badanti, panettieri…
Ragazzi che mi hanno chiamato “profe” ma anche “papà”, “maestro” e perfino “suora”
Grazie per questo anno da professore in trincea
In mezzo al fango , a guardare insieme la luna.

10 giugno 2009

Forse non abbiamo bocciato abbastanza: il ministro vuole la strage?

Non so cosa sta succedendo negli altri istituti scolastici.
So cosa è successo nel mio.
Nelle prime ci sono tanti bocciati da poter formare un'intera nuova classe prima.
Questo è quello che si vorrebbe chiamare promozione del merito?
Girando la medaglia io leggo: rifiuto dei deboli.

Eppure non è abbastanza.
Nella mia scuola abbiamo promosso anche allievi con situazioni scolastiche piuttosto gravi. Forse dovevamo bocciare in massa: il ministro Gelmini ha infatti emanato una nota (nota stonata?) "fuori tempo massimo", che giunge ormai a giochi conclusi.

L'indicazione è che la promozione con insufficienze avvenga solo per carenze minime, recuperabili sin dall’avvio dell’a.s. successivo e che venga comunicata alle famiglie.
No anche al "sei rosso" o con indicazione di "voto di Consiglio".
Il Miur sottolinea infatti che "in questo contesto è del tutto improprio il riferimento al ‘sei rosso’"
Gli istituti informati il 9 giugno, con la nota prot. 6051.

E adesso che la frittata è fatta?
Facciamo finta di avere scherzato, riconvochiamo i consigli di classe e BOCCIAMO alla grande su tutta la linea?

05 giugno 2009

Tesina per l'esame di terza media

In tante famiglie italiane è ora tempo di buoni esercizi di copiatura da it.wikipedia.org
Sono lavori di cui si riesce immediatamente a riconoscere l'esatto link di provenienza.

Detesto le tesine e gli insegnanti che le richiedono.

Se si chiama “colloquio pluridisciplinare” un motivo ci sarà, o no?
Altrimenti lo avrebbero chiamato “presentazione di collage tratti dal web”.

Così questo genere di docenti mette in croce famiglie ed allievi per ottenere esattamente quello che già si trova in rete.
A me sembra un po’ come se un insegnante di italiano chiedesse: “portami i Promessi sposi” … e l’allievo obbediente posasse sulla cattedra il volume per osservare la soddisfazione dell’insegnante...
Sono allibito, sconcertato ed indignato con due zeta.

I poveretti (e non son pochi!) che NON hanno computer, NON hanno connessione internet, NON hanno stampanti e non possono permettersi lucide ed eleganti rilegature di materiale a colori debbono ricorrere ad amici, parenti… E PROFESSORI DISPONIBILI che li aiutino a dare soddisfazione richieste di colleghi che credo abbiano capito poco di cosa dovrebbe essere un colloquio d’esame.