27 aprile 2008

Sò tempi cupi: tempi cupi cupissimi

L'ipotesi che Mariastella Gelmini divenga ministro dell'istruzione, università e ricerca (immagino che si tornerà a questo, con la ri-cancellazione della Pubblica Istruzione) si rafforza.
Ho quindi cercato di documentarmi, almeno sommariamente.
Non so se ho capito bene quello che ho letto, nel dubbio spero di sbagliarmi ;-) :-)

In sintesi ecco le cose che mi hanno maggiormente colpito nella proposta di legge che Mariastella Gelmini ha già pronta e presentata:
http://www.camera.it/_dati/lavori/stampati/pdf/15PDL0040980.pdf

Le parole che seguono non sono mie ma semplici citazioni, il grassetto è mio.

========= inizio brani di citazione =========

1) la « riforma Moratti » del 2003 (legge n. 53 del 2003), ha avviato un processo di modernizzazione, ma è stata presto frenata da misure
contraddittorie e inefficaci
.

2) Per superare questi limiti, la legge prevede l’adozione di uno o più decreti legislativi finalizzati a rafforzare i poteri organizzativi dei dirigenti scolastici ad agevolare la piena concorrenza tra le autonomie scolastiche, mediante meccanismi di ripartizione delle risorse pubbliche in proporzione ai risultati formativi rilevati da un organismo terzo

3) il riconoscimento alle famiglie di voucher formativi da spendere nelle scuole pubbliche o private, la detraibilità delle eventuali
donazioni alle autonomie scolastiche.

4) l’eliminazione di ogni automatismo nelle progressioni retributive e di carriera degli insegnanti e la progressiva liberalizzazione della professione

5) la chiamata nominativa da parte delle autonomie scolastiche su liste di idonei, con un periodo di prova di due anni scolastici propedeutico all’assunzione a tempo indeterminato

6) la possibilità , per le singole istituzioni scolastiche, senza oneri aggiuntivi a carico della Stato, di stipulare con i singoli docenti contratti integrativi di tipo privatistico

========= fine brani di citazione =========

In linea teorica, la sostanza della proposta di legge potrebbe apparire come giusta e sacrosanta.
In linea teorica.
Tuttavia l'applicazione di principi sacrosanti porta troppo spesso a conseguenze nefaste.

Per chiarire il mio atteggiamento politico fin dalla più tenere infanzia, racconto che la mia povera mamma ricordava sorridendo quando all'età di tre anni mi trovai ad essere eccessivamente espansivo con uno sconosciuto signore dall'abbigliamento piuttosto dimesso.
Mi chiamò a parte, sussurrando "Stai lontano da quell'uomo! Non dare confidenza!".
Al che, le chiesi ad alta voce "Perché? È comunista?".

Ho riflettuto oltre mezzo secolo nel tentativo di comprendere quale fosse la discriminante tra il pensiero di destra e quello di sinistra.

La mia conclusione, tralasciando gli estremismi, è che la destra privilegia la competizione, mentre la sinistra privilegia la solidarietà.
Da questo punto di vista, Nostro Signore è certamente di sinistra ;-)

Forse potrebbe rivelarsi opportuna, per chi ha responsabilità politiche di governo, una buona rilettura dell'enciclica "Rerum Novarum" (anno 1891!) di Leone XIII, che certo non può essere accusato di essere comunista:
«Il ceto dei ricchi, forte per sé stesso, abbisogna meno della pubblica difesa; le misere plebi, che mancano di sostegno proprio, hanno speciale necessità di trovarlo nel patrocinio dello Stato. Perciò agli operai, che sono nel numero dei deboli e dei bisognosi, lo Stato deve di preferenza rivolgere le cure e le provvidenze sue.»

Le conseguenze di una politica disinvoltamente mercantilistica alla scuola credo possano essere dirompenti.
Le scuole di frontiera (zone a forte immigrazione o operanti su territori a forte rischio di illegalità) avranno necessariamente risultati mediamente inferiori e si vedranno tagliati i fondi.
I dirigenti scolastici meno capaci daranno valutazioni deprimenti: nella guerra 15-18 si punivano i reggimenti con le fucilazioni di decimazione invece di punire i generali incapaci.
Le famiglie potranno usare i vaucher liberamente con le prevedibili conseguenze favorevoli alle scuole private.
Il meccanismo della donazione, aggravato dalla mancata differenziazione tra quella destinata alla scuola pubblica ed a quella privata, legata al profitto dell'investitore, ha implicazioni di varia natura... La qualità e la quantità delle donazioni privilegeranno inevitabilmente le posizioni forti a scapito di quelle deboli.
Chi farà donazioni? il bidello o l'imprenditore?
A favore di una scuola di servizio pubblico aperta all'accoglienza oppure ad una scuola d'elite già economicamente privilegiata?
Così l'imprenditore potrà detrarre dalla dichiarazione dei redditi... proprio come il bidello. Singolare concetto d'equità: tu sei un poveraccio e ti detasso per pochi euro, tu invece sei ricco e quindi sarai detassato in misura ben maggiore.
I benestanti spenderanno i vaucher nelle loro scuole, ben finanziate dalla stato perché di alto livello. I profitti delle istituzioni private cresceranno grazie a donazioni qualificate mentre i donatori godranno di ulteriori sconti sulle tasse.
Bello eh?

Il blocco degli aumenti di stipendio significa che a tutti i giovani docenti vengono negate serie prospettive di crescita della remunerazione.
La contrattazione viene privatizzata in modo esteso (RSU addio?)... con l'attuale sfavorevole rapporto di offerta/domanda di prestazione si troverà sempre qualche morto di fame disposto alla medesima prestazione per compensi con progressivo rilancio verso il basso...
... la prima impressione è che ne deriverebbe il rapido trasferimento dei più deleteri effetti della precarizzazione nel mondo della scuola.
Due anni di prova e rapporto privatistico significano che un preside-manager è sempre in grado di "provare" un docente precario per due anni e sostituirlo a scadenza con un altro giovane morto di fame che subentra (mors tua vita mea per due anni).
A questo punto al precario biennale non resterebbe che ripetere il giochetto presso una diversa istituzione scolastica... ad libitum.
Succedeva un tempo nelle officine con gli apprendisti... c'erano aziende che vivevano di "apprendistato": diventare operai rischiava di divenire praticamente impossibile.
Quando l'offerta supera la domanda, come accade nel mondo del lavoro, la parte soccombente è SEMPRE quella più debole.
A me non sembra che la rigida applicazione dei criteri mercantilistici nella scuola sia una buona idea.

In effetti un'analisi dettagliata dei contenuti di questa proposta di legge rivela rischi e criticità ancora più estesi e profondi di quelli che qui prospetto.

In conclusione: SO' TEMPI CUPI
http://johnnypalomba.wordpress.com/2008/04/21/tempi-cupi-cupissimi/

15 aprile 2008

Soluzione all'italiana

Stefania Fabris lancia dalle pagine di www.retescuole.net la sua personale scommessa sulla questione dei "debiti insoluti".
Forse la sua ipotesi non è troppo avventata. Gli studenti che confidano in una gioiosa conclusione dell'anno scolastico hanno ancora buone speranze.
Il nuovo ministro ha a portata di mano, anzi... di circolare, un comodo immediato provvedimento per rendersi subito popolare a buon mercato.
Vedremo presto alla prova dei fatti gli atti di chi suona alte le trombe del merito e della responsabilità.

07 aprile 2008

Il diritto all'asinità va difeso?

Desidero segnalare un impietoso ma acutamente realistico articolo comparso oggi, lunedì 7 aprile, su LASTAMPA.it a firma di Paola Mastrocola.
Oggetto della riflessione sono i corsi di recupero che attualmente impegnano consistenti risorse della scuola secondaria superiore. Dalle informazioni in mio possesso, una parte non irrilevante degli allievi e delle allieve tenuti a frequentarli con il dovuto impegno, se ne astengono tranquillamente.
Per anni gli allievi della scuola superiore sono passati di anno in anno accumulando preoccupanti dosi di "debiti" (insufficienze in una o più materie) senza che il loro percorso di studi subisse alcuna pausa di reale recupero.
Ora il ministero della Pubblica Istruzione richiede, persino inopinatamente, che questi "debiti" vadano una buona volta chiusi prima di poter accedere all'anno successivo.
Temo che alla fine di questo anno scolastico assisteremo ad una bufera di "non ammissioni".

L'articolo in questione, che invito caldamente a leggere, chiarisce drammaticamente che la resa dei conti "già la viene avanti col passo della morte" per dirla con le parole che il Manzoni adoperò per una carrozza.