20 luglio 2007

Perché ci meritiamo le nuove indicazioni per il curriculum

La scelta convergente di politica scolastica dei due schieramenti politici sembra condurre verso una scuola "light". Meno ore, meno insegnanti, meno contenuti.
Per elementare coerenza abbiamo ora obiettivi e traguardi ridotti.

Un tempo la scuola pubblica coltivava l'ambizione di concorrere all'elevazione del livello culturale di una nazione, ponendosi sfide talvolta ambiziose.
Attualmente la scuola si è adattata ad inseguire la percezione soggettiva del "diritto al successo scolastico" nutrito congiuntamente dalla singola famiglia e dal singolo allievo.
Questa concezione privata di "personalizzazione" si oppone spesso all'idea di servizio che gli insegnati perseguono ponendo la persona al centro del progetto educativo.
"Personalizzare" significa troppo frequentemente, per famiglie ed allievi, fornire incondizionata approvazione gratificante per qualsiasi livello di impegno, comportamento e prestazione scolastica sviluppata dal singolo.
In questo ambiente culturale i vecchi programmi scolastici hanno perso senso e valore.
L'eterogenea e macchinosa proposta delle indicazioni morattiane è risultata per tanti docenti sostanzialmente inapplicabile.

L'impotenza oggettiva a raggiungere mete elevate e risultati progressivi , generata da molteplici fattori tra cui ha decisivo rilievo l'indisponibilità di risorse umane e finanziarie, sta conducendo all’affermarsi della convinzione che una nuova rimodulazione al basso degli obiettivi possa costituire una soluzione accettabile.

Ora, in queste condizioni di lavoro, con queste classi, in questo ambiente sociale, la scelta del ripiegamento educativo e didattico si sta imponendo come logica conseguenza della situazione.

Consolanti parole d'ordine e incoraggianti dichiarazioni di principio vengono esibite per coprire un'autentica sconfitta.

Eliminato, trascurato, banalizzato... sono alcuni dei termini che ricorrono nelle critiche immediatamente sollevate dalla lettura dei traguardi e degli obiettivi presenti nelle "nuove indicazioni per il curriculum".

Vero. Purtroppo ciò risulta rispondere in modo efficace alla realtà concreta.

Superamento della selezione ed inclusione non possono essere conseguiti nelle condizioni attuali.
Accontentiamoci dunque di questi nuovi traguardi ed obiettivi.
Abbassiamo ancora una volta l'asticella del salto, allarghiamo e spianiamo il percorso.

Forse dobbiamo rassegnarci a diventare tutti un po' più ignoranti, rozzi ed egoisti per vivere più serenamente in una società in cui persona e branco tendono a confondersi progressivamente.

14 luglio 2007

Nuove indicazioni per il curricolo

Il Ministero della Pubblica Istruzione non finisce mai di stupirmi.
Propongo la dicitura MISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE.
Ora abbiamo la bozza delle INDICAZIONI PER IL CURRICOLO (sperimentali).
Il documento è scaricabile dalla sezione download di http://www.leonessa.net/educazione_tecnica-tecnologia

Resto allibito.

« La tecnologia da un lato studia e progetta i dispositivi, le macchine e gli apparati che sostengono l’organizzazione della vita sociale;»
Le macchine sostengono l’organizzazione della vita sociale?
Rimango sconvolto dalla rivelazione.
Controllo sul mio Zingarelli e tiro un sospiro di sollievo.
Temevo di avere insegnato bestialità per oltre trent'anni :-) ;-)
Signori estensori delle nuove INDICAZIONI PER IL CURRICOLO... non so se siete al corrente che esistono libri che riportano in copertina la dicitura "DIZIONARIO DELLA LINGUA ITALIANA". La consultazione di questi testi permette, a volte, di evitare figure vergognose.
Signor ministro... perché non le è venuta l'idea di estrarre a caso un docente qualsiasi di tecnologia in tutta Italia per scrivere qualcosa di meno fantasioso?

« dall'altro studia e progetta nuove forme di controllo e gestione dell'informazione e della comunicazione (informatica in senso lato).»

Dunque la tecnologia, cari signori, sarebbe secondo voi bifronte come un foglio e come una medaglia: giro la tecnologia e trovo l'informatica!
L’informatica, sempre secondo quanto scrivete, avrebbe il ruolo di sviluppare "nuove forme di controllo e gestione dell'informazione e della comunicazione".
Non bastano le numerose forme di censura e di limitazione alla libera espressione ?
Non bastano normative, leggi, adempimenti burocratici, siae, privacy, ordine dei giornalisti, tabulati telefonici, intercettazioni, servizi segreti, monopoli editoriali... televisivi...?
Bisogna ancora studiare e progettare nuove forme di controllo e gestione dell'informazione e della comunicazione?

Mi astengo dal commentare il resto:
V E R G O G N A T E V I !!!

... avevamo programmi scolastici che il mondo ammirava e studiava come esempio.
Cancellare lo sfascio morattiano e ripristinarli sarebbe stato troppo semplice, pratico ed intelligente?