24 dicembre 2005

Buon Natale !

16 dicembre 2005

Una buona notizia per iniziare bene il 2006 !

Su segnalazione di IRRIVERENTE (forum ANIAT) ho letto con autentico godimento :
Le FAQ del portfolio delle competenze a cura della Direzione Generale per gli Ordinamenti scolastici

Ai punti 60 - 61 - 62 - 63 risuona musica per le mie orecchie.

Se sul sito web ufficiale del ministero compare questa interpretazione autentica ed ufficiale a cura della Direzione Generale per gli Ordinamenti scolastici... significa che abbiamo finalmente ottenuto quanto chiedevamo a nome della cultura e per la scuola

Ecco le buone nuove che si leggono nelle FAQ ministeriali:

60. Perché nella scheda di valutazione, scuola secondaria di primo grado, l'informatica è considerata disciplina a parte, quando gli OSA di ciascuna disciplina prevedono l'uso, peraltro normale, degli strumenti informatici?

Per la scuola secondaria di I grado l'informatica è compresa tra le discipline di studio, e per essa vengono elencate nelle Indicazioni Nazionali (cfr.) specifiche conoscenze e abilità disciplinari.

Il fatto che gli strumenti informatici possano essere utilizzati nella didattica delle altre discipline e che l'informatica abbia auspicabilmente un utilizzo trasversale, non esclude la necessità che vi siano docenti appositamente preposti a tale insegnamento e alla conseguente valutazione degli apprendimenti.


61. Vorrei chiedere chiarimenti in merito alla voce "informatica" all'interno del documento di valutazione:

a) deve essere intesa come ulteriore disciplina? in tal caso chi è incaricato di insegnarla? Come si concilia con il curricolo obbligatorio di 27 ore settimanali?

b) deve essere intesa come attività trasversale? In tal caso perché vengono indicati precisi contenuti da svolgere? tenuto conto poi che non tutti i docenti sono in grado di utilizzare il computer, come può intendersi come attività trasversale?

c) deve essere intesa come attività opzionale? in tal caso perché non è nella sezione degli opzionali? quali competenze si richiedono per l'insegnamento dell'informatica?

d) Chi la valuta?


La questione dell'informatica è stata posta da vari quesiti pervenuti. Come precisato nella FAQ n. 60, per la scuola secondaria di I grado l'informatica è compresa tra le discipline obbligatorie e i relativi OSA sono in tal senso appositamente individuati come conoscenze e abilità disciplinari specifiche.

È pertanto giusto ritenere l'informatica non solo come attività trasversale e funzionale agli altri insegnamenti, ma anche come oggetto di vero e proprio insegnamento disciplinare.

Le Indicazioni nazionali (allegato C al decreto legislativo n. 59/2004) non individuano specificamente quali docenti debbano essere preposti a tale insegnamento, ma all'interno del quadro orario individua un'area pluridisciplinare che comprende matematica, scienze e tecnologia (ora ampliata di un'ora). È chiaramente in quell'area che deve essere individuato il docente preposto all'insegnamento (e alla valutazione) dell'informatica.

Poiché, come ha precisato la circolare n. 29/2004, in via transitoria e in attesa della revisione delle classi di concorso, i docenti di educazione tecnica sono assegnati all'insegnamento di tecnologia nel quadro degli insegnamenti previsti nell'area disciplinare "matematica, scienze e tecnologia", a loro, in via prioritaria compete tale insegnamento. Ad ogni buon conto spetta in via definitiva ad ogni istituzione scolastica, attraverso il dirigente, individuare chi, tra i docenti i docenti di educazione tecnica e quelli di matematica debbano (o possano) essere preposti all'insegnamento.


62. Si possono attuare progetti di informatica in una scuola dove nessun insegnante ha dato la disponibilità ad insegnare questa disciplina durante le ore curriculari?

Un insegnante di sostegno che ha competenze in informatica può organizzare un'alfabetizzazione con gli alunni disabili della propria scuola?


Non viene riportata la prima parte del quesito, in quanto sostanzialmente simile a quanto richiesto nella FAQ n. 61.

L'informatica, in quanto disciplina a tutti gli effetti, va compresa e svolta all'interno dell'orario obbligatorio delle lezioni, mentre eventuali ampliamenti e approfondimenti possono essere effettuati nell'ambito delle attività facoltative e opzionali in orario aggiuntivo.

Parlare quindi di disponibilità degli insegnanti ad insegnare informatica è improprio, perché, a cominciare dai docenti di educazione tecnica, essa è da comprendere tra gli insegnamenti obbligatori da affidare a docenti della scuola.

L'informatica non è una novità introdotta dalla riforma, perché gli interventi per la formazione degli insegnanti e per gli acquisiti delle strumentazioni costituiscono da almeno un decennio una consuetudine per tutte le scuole.

L'insegnante di sostegno, nell'ambito dei propri compiti istituzionali nei confronti degli alunni disabili assegnati, può indubbiamente organizzare attività di alfabetizzazione nei confronti degli alunni disabili affidati o anche, in collaborazione con gli altri docenti di sostegno, a favore di quelli della scuola in cui presta servizio.


63. Leggendo tutti i vari documenti usciti e faq relative non risulta ancora chiaro se l'incremento di 33 del monte ore di Inglese e Tecnologia sia:

A) valido per l'anno scolastico 2006-07?

a1) solo per le prime?

a2) tutte le classi in regime di riforma?

B) valido per l'anno scolastico in corso?

b1) solo per le classi prime?

b2) anche per le seconde medie?


La materia non riguarda direttamente il portfolio delle competenze. Le modifiche orarie conseguenti all'art. 25 del decreto legislativo n. 226 che incrementano di 33 ore annuali l'insegnamento della lingua inglese e di altre 33 ore l'area tecnologica non potranno che trovare formale attuazione dal prossimo anno scolastico con effetto su tutte le classi dei tre anni di corso della scuola secondaria di I grado.

Nulla vieta che, già con effetto dall'anno in corso, i nuovi OSA di inglese e della seconda lingua comunitaria possano essere assunti nei Piani di studio.

13 novembre 2005

INSIEME ED OLTRE

Per disgrazia o per fortuna, la scuola italiana non sarà più la stessa.
Moratti o Berlinguer, i decenni sono passati.
Dobbiamo fare i conti con tanti popoli che sono entrati nelle nostre classi, tante religioni, tante culture, tante tecnologie, tante povertà e ricchezze.
Chi sogna un impossibile ritorno alle origini dovrà svegliarsi e scoprire che bisogna tornare a costruire progettando sul futuro.
Nessuno può restituire ciò che si è dissolto.

La riforma Moratti è nata vecchia, stanca, sconfitta ed inservibile.

Indietro non si torna.

INSIEME ED OLTRE:
è ora di raccogliere con coraggio la nuova sfida.

12 novembre 2005

Il portfolio è servito!

Pubblicata sul sito MIUR la Circolare n. 84
Oggetto: Linee guida per la definizione e l'impiego del Portfolio delle competenze nella scuola dell'infanzia e nel primo ciclo di istruzione

[Cliccare qui] per scaricare la modulistica relativa alle diverse schede ed al modello di scheda per la valutazione.

Commenti e valutazioni saranno lincati da questa pagina appena disponibili.

La prima impressione che personalmente ne ricavo è quella che ci troviamo di fronte ad un sistema di documentazione articolato, con una struttura delineata in modo che definirei rigido.
Sono rimasto colpito dallo strumento di certificazione finale del primo ciclo (CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE).
I ivelli di competenza vanno definiti in modo vincolante: elementare-maturo-esperto.

"Per le competenze acquisite sono previsti tre livelli di certificazione: elementare, maturo, esperto. In caso di mancato conseguimento minimo della competenza prevista, non si procede alla relativa certificazione e lo spazio viene barrato. Ogni certificazione vale di per sé in modo finito, e non è prevista alcuna sintesi sommativa delle diverse certificazioni"

Abbiamo finito di arrampicarci sugli specchi?
Le "competenze tecniche e informatiche" appaiono unite.
Significherà qualcosa in relazione alla classe di concorso EDUCAZIONE TECNICA?
Interessante notare che le competenze sono definite con precisione:
"Analisi e rappresentazione dei processi attraverso modelli o grafici; impiego della videoscrittura, dei principali programmi informatici per archiviazione dati, e creazione e lettura immagini; selezione di siti web e uso mirato di motori di ricerca".

Mi domando cosa succederà, con questo strumento di certificazione, per tutti quegli allievi portatori di svantaggio (talvolta nemmeno certificato) per cui riuscivamo a formulare comunque una valutazione sostanzialmente positiva "in progress".
Se la misurazione è delineata in modo ristretto ed oggettivo, come pare che sia, dovremo solo barrare caselle?

Cosa pensare poi del "CONSIGLIO di ORIENTAMENTO" ?
Le scelte possibili sembrano sottolineare una dicotomia che a tanti non piace:
1. il liceo …………………
2. l’istituto di istruzione e formazione professionale per ……………………….

Proposta di organizzazione orario per TECNOLOGIA/INFORMATICA

Proposta di modifica al Piano di Offerta Formativa per l'a.s. 2006-2007

Si avvicina il momento in cui i dirigenti scolastici presenteranno l'offerta formativa delle scuole alle famiglie che si apprestano alle iscrizioni per le future classi prime.
I collegi docenti dovrebbero essere chiamati a deliberare sull'organizzazione delle attività didattiche.
La nuova normativa espressa dal decreto 17 ottobre 2005, dedica l'articolo 25 al raccordo ed alla continuità tra il primo ed il secondo ciclo. Ne risulta che all'insegnamento della TECNOLOGIA vengono destinate ulteriori 33 ore, detratte dalle 191 dedicate alle attività facoltativo opzionali, per cui tale insegnamento va ad attestarsi sulle 66 ore annuali, cioè due ore settimanali per classe.
In questa situazione può essere opportuno formulare una proposta da sottoporre a delibera da parte del collegio docenti, rivolta a definire e stabilizzare il quadro orario dei docenti di tecnologia, dal momento che l'educazione tecnica scomparirà a partire dal prossimo anno scolastico.
[Cliccare qui] per scaricare un documento in formato .DOC adatto ad essere modificato per poterlo adeguare alle singole realtà di ogni istituto. Si tratta di una bozza di proposta da valutare ed utilizzare in modo flessibile.
Il documento è disponibile su:http://www.leonessa.net/public/modificapof.doc

01 novembre 2005

La nuova lavagna multimediale

A quanto pare l'Ufficio Scolastico per la Lombardia del MIUR promuove e finanzia una sperimentazione con una nuova lavagna multimediale elettronica supertecnologica ....

A parte il fatto che tutte le sfide mi affascinano e che la tecnologia mi appassiona...
A parte il fatto che questa "meraviglia tecnologica" mi incuriosisce e che "regalata" mi farebbe piacere poter utilizzare (se costa così tanto, servirà ben a qualcosa di utile! :-) ;-) :->)...

Nelle mie nuove scuole cittadine non ci sono più le lavagne di "Lavagna".
Intendo dire che non ci sono più quelle superfici nere di pietra su cui ogni colore prende la magia misteriosa dei disegni che i madonnari creano per pochi momenti sulla strada.
Non sono bravo a disegnare. Questo credo sia un vantaggio.
I miei allievi vedevano QUALCOSA CHE POTEVANO FARE, anche meglio, sui loro fogli.
Per un momento guardavano ammirati le forme colorate che nascevano rapidamente e senza fatica, disegni che raccontavano un principio, una tecnica, un oggetto, il fare che nasce dalla tecnologia...
Si stupivano solo per un poco e subito prendevano consapevolezza: lo posso fare anch'io!
Provavano a farlo meglio di me, a capire cosa significava ogni dettaglio.

Avevo tanti colori.
Ora ho grandi "lavagne" bianche.
Due pennarelli che si consumano subito. In una mattina li finisco: nero e rosso.
Premere, metterli di traverso... non serve a nulla... sempre lo stesso segno, tutto uguale, eccetto quando si stinge per morire.
Il tratto non sente la mia mano, il gesso sentiva anche il mio cuore, fino a spezzarsi sulla lavagna.
I primi giorni c'era anche il blu ed il verde. Ora sono finiti.
Poveri ragazzi.
Non c'è nemmeno più il cancellino da "andare a scuotere per pulirlo".
Non si può più mandare fuori con una scusa qualcuno che piange.
Finite anche le innocenti battaglie a colpi bianchi di cancellino.
Ora si tirano i pennarelli esauriti: mi consolo pensando alla mia poderosa copertura assicurativa "anche per colpa grave". ;-)

Dalla lippa e le biglie al cane virtuale da accudire (non l'antidiluviano tamagochi!).
A Roberto l'hanno già regalato. Ha un cucciolo vivacissimo che lecca lo schermo scodinzolando quando lo accarezzi con la penna-puntatore.
Ogni tanto deve portarlo a fare pipi... nell'intervallo delle 11, ovviamente.

La meravigliosa lavagna multimediale potrebbe essere un altro TROPPO, accattivante, finto, pulito, senza rischi, preconfezionato, predigerito, a prova di idiota... che spegne la vita vera con un sorriso.

... comunque ditemi dove si prende.
Noi docenti di EDUCAZIONE TECNICA sappiamo mettere il cuore anche dentro la playstation!
:-) ;-) :->

23 ottobre 2005

In arrivo la circolare sul PORTFOLIO

La normativa destinata a regolare le modalità di certificazione delle competenze e la gestione del portfolio sembra ormai in dirittura d'arrivo.
Il percorso di formazione di questo documento appare perfettamente in linea con il livello di trasparenza e partecipazione finora osservato nelle azioni di intervento sulla scuola attuate dall'attuale governo.
Qui un cenno sulle novità previste.

18 ottobre 2005

Nero su bianco

Decreto legislativo 17 ottobre 2005 delle norme generali ed i livelli essenziali delle prestazioni sul secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione ai sensi della legge 28 marzo 2003, n.53.
http://www.istruzione.it/normativa/2005/allegati/dlgs_secondociclo_171005.pdf

Articolo 25, comma 1, punto B:

b) l’orario annuale obbligatorio di cui all’articolo 10, comma 1 del decreto legislativo 10 febbraio 2004, n. 59, è incrementato di 66 ore, di cui 33 ore destinate all’insegnamento della lingua inglese e 33 ore destinate all’insegnamento della tecnologia;
conseguentemente, l’orario annuale rimesso alla scelta facoltativa ed opzionale degli studenti, di cui al comma 2 del predetto articolo 10, è ridotto di un corrispondente numero di ore;



OK. Da questo momento inizia il combattimento per riportare nella scuola la terza ora: INFORMATICA.

12 ottobre 2005

Antonio Di Pietro : abrogazione e riforma

Antonio Di Pietro, rispondendo alle domande in chat su www.unita (presentazione dei candidati alle primarie dell'UNIONE)...
Si è espresso in questi termini:

Data - Ora: 10/10/2005 11.53
Domanda di Donatella Giordano:
Cosa pensa di fare della riforma Moratti?
Risposta:
Semplicemente abrogarla e procedere ad una nuova riforma concertata con gli insegnanti e con i genitori.

Chi andrà a votare alle primarie dell'UNIONE (domenica 16 ottobre) può vedere più a vanti, qui sotto, le posizioni espresse dai candidati in relazione ai problemi della scuola.

09 ottobre 2005

Al ministro Letizia Moratti, MIUR

Egregia signora Ministro,
scrivo ancora come insegnante di Educazione Tecnica per avere una sua personale risposta sul perché è stata tolta la disciplina che insegno dalla riforma della scuola media di 1° grado.

Ad ascoltarla ad uno Mattina di alcuni giorni fa, aveva comunicato che avrebbe risposto personalmente a tutte quelle richieste non scurrili che le sarebbero state fatte. Ebbene ho ricevuto una risposta robotizzata dal suo Capo di Gabinetto, una risposta uguale per tutti quanti le hanno scritto. Mi aspettavo di meglio da una signora come lei sicura del fatto che tutti gli altri dicono il falso, energica nel rimproverare chi si oppone decisamente alla sua riforma.

Mentre si addebitano ad altri le menzogne più spietate, solo perché partono dalla sponda opposta, si dimentica comunque i principi democratici più semplici: rispondere al cittadino che chiede è un atto dovuto, sostanziale, sancito da leggi approvate, la 241/90 ad esempio, sulle quali si fonda un qualsiasi governo di popolo.
Mi dispiace che non posso fare come lei, che a Porta a Porta ha esposto una serie di titoli di giornali riguardanti la sua riforma: è troppo per me, semplice cittadino e docente dell'entroterra pesarese. Oggi che la maggior parte dei mass-media sono impegnati a sbavare per i personaggi appariscenti, non considerano utili le problematiche che non colpiscono, quelle che vengono dalla gente comune e poco importa se 20000 insegnanti non sanno più che razza sono, in estinzione o meno. Tanto erano considerati di serie C, non avevano una disciplina culturalmente assodata, dei sporcamano tuttofare, utilissimi fino a ieri, di cui oggi se ne può fare volentieri a meno. E comunque qualche lettera sono riuscito a pubblicarla seppure da semplice cittadino: su Newton, sul Foglio dei Periti industriali, sul Resto del Carlino, per non parlare di diversi siti dedicati alla scuola.

Non scrivo poi solo per me; posso contare i miei anni per la pensione sulla mia mano, ma vorrei che si riflettesse su un aspetto culturale importante: vogliamo avere degli allievi futuri cittadini abituati solo alla scrivania, adoratori informatici, incapaci di tenere in mano un qualsiasi utensile, inefficaci nell'aprire un qualsiasi apparecchio per vedere se si trattasse di un banale guasto riparabile, prima ancora di buttare il tutto?
Certo è che se indugiassimo un attimo sugli spot che vediamo in TV, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dove primeggia un "grazie" inquietante per aver speso e aver fatto girare il denaro, la logica sarebbe quella del comperare tutto nuovo, così ci si guadagna un forzato grazie. Mi chiedo: é poi proprio giusto tutto questo?

Ora, dato che si avvicina la scadenza del 17 ottobre entro la quale è possibile apportare modifiche alla sua riforma la invito ad reinserire Educazione tecnica, non per me, ma per i nostri ragazzi. Consideri che in questi anni hanno potuto provare attraverso questa disciplina il gusto della scuola aperta sul territorio e dedicata alle esperienze pratiche, del sentirsi creativi perché riescono a realizzare con le proprie mani, dello sperimentare.

Diversamente non posso che aspettare la prossima convocazione elettorale e agire attraverso questa contro chi ha proposto e voluto questa riforma; la sinistra già ne sa qualcosa dato che, a suo tempo, ci ha rimesso un ministro che ha voluto una riforma senza consultare gli insegnanti influendo poi sulla possibilità di continuare a governare. Resto sempre in attesa, dal gennaio 2004, di una sua personale risposta.

Invio questa mia anche agli amici, colleghi che mi hanno contattato ed anche ad alcune redazioni.

Sant'Angelo in Vado 09.10.05
Giuseppe Dini
docente di Educazione Tecnica ICS Bramante
Fermignano PU
www.educambiente.it

05 ottobre 2005

Grazie Prodi!

Cosa dichiarano di voler fare della scuola pubblica italiana i partiti che si apprestano a chiedere il voto alle prossime elezioni politiche?
Politicamente la situazione è ormai delineata.
L'attuale governo è determinato a spingere la riforma fino alla conclusione già prefigurata per tutte le classi in esubero o cancellazione:
Ipotesi MIUR di "soluzione finale" per i docenti in soprannumero.

Prodi si è pronunciato per un semplice adattamento che sostanzialmente accetta la situazione della scuola secondaria di primo grado come da riforma.
DS, Verdi, Rifondazione indicano nell'abrogazione una delle priorità per il governo di centro-sinistra.
I DS (Alba Sasso, per esempio) intendono affiancare l'abrogazione con un nuovo disegno riformatore.
Bertinotti ha dichiarato:
"La contro riforma della Moratti sarebbe davvero una pietra tombale sulla aspirazione di costruire una scuola di massa e di qualità. .....
... Abrogare la Moratti è semplicemente la necessità di togliere da questa strada il macigno che ne impedirebbe il cammino
".

Purtroppo manca una presa di posizione al centro (sinistra e destra):
Margherita, Ulivo, Italia dei valori, CDU, UDEUR, UDC...
laddove appaiono nebulosi "distinguo" che non lasciano capire a quale fine si voglia destinare la scuola pubblica dello stato italiano.

I residui dubbi sulla posizione di Prodi si sono dissolti definitivamente sulla chat del sito web dell'Unità, il giorno 5 ottobre 2005:


Data - Ora: 05/10/2005 13.47 Nome: maurizio balsamo Città: castelvetrano (tp)
Domanda:
Vorrei sapere qual è la sua posizione nei confronti dell'abrogazione della riforma Moratti che ha scontentato il mondo della scuola e perchè finora sull'argomento abbia evitato di pronunciarsi in modo chiaro.

Risposta:
Mi sono pronunciato almeno 20 volte e in modo chiarissimo: forse il rumore del camion e la disattenzione televisiva non le hanno fatto arrivare la mia voce. La legge MOratti ha molti fondamentali punti sbagliati che vanno cambiati: la scelta a 13 anni, l'eutanasia delle scuole tecniche, la inconsistena nella difesa del diritto allo studio, la mancanza di rilievo delle autonomie scolastiche, sono tutti errori da correggere. Veda lei se questo vuol dire abolire la legge o modificarla.


Dunque, se ho capito bene, significa che a Prodi sta bene la cancellazione dell'educazione tecnica, il tutor, il portfolio, il frullato orario, le 27 ore, la cancellazione del tempo pieno, la scuola supermercato, la scheda fai da te, le indicazioni nazionali con relative asinerie.... mi fermo per non vomitare.

Grazie Prodi! Credo di poterLe esprimere un sentito ringraziamento anche da parte del ministro Moratti, che tanto ha fatto per la scuola italiana!

Ecco l'opinione espressa da www.foruminsegnanti.it :
"E' più probabile che sia stato Lei, Professore, a subire gli effetti del rumore del camion sul quale viaggia, altrimenti avrebbe udito chiaramente le richieste di migliaia di docenti, genitori e studenti che richiedono a gran voce l'abrogazione senza se e senza ma della riforma Moratti e l'elaborazione di un progetto per la scuola democratico e condiviso, non calato ancora una volta dall'alto."

04 ottobre 2005

Bisogno di senso

L'amica e collega Claudia Fanti è una di quelle Maestre che sanno incidere segni profondi nella scuola e lasciare impronte vive nei cuori.
Collabora a numerose iniziative in tanti settori.
Il contributo di riflessione qui riproposto è tratto da
http://www.edscuola.it/ (Educazione&Scuola - Rivista telematica della scuola)
Interventi di Claudia Fanti sono anche su:
http://www.funzioniobiettivo.it
per cui cura anche il forum di "scuola morale politica":
http://www.funzioniobiettivo.it/cgi-bin/forum/default.asp
Consiglio a tutti i professionisti della scuola di consultare la ricca bibliografia a cui si accede semplicemente inserendo "Claudia Fanti" come stringa di ricerca in www.google.it



Bisogno di senso


Forse non so più dove la scuola vada, non so più cosa e come debba fare in questo mondo poverissimo di stimoli, idee, temi, argomenti…

Si dibatte di portfolio, di piani di studio e di personalizzazione. A corsi di formazione si aggiungono corsi su come applicare qualcosa di sterile, di decontestualizzato, di insensato, soprattutto di controproducente perché dentro una situazione di scuola riformata nonostante l’opposizione diffusa del corpo docente alla riforma…

Quando un bimbo o una bimba, un ragazzo o una ragazza batte alle nostre porte con il suo bagaglio di fragilità, di orrori adulti, di miseria, di fame, di lavoro non trovato da genitori in fuga dal proprio paese di origine (non soltanto stranieri), cosa fa la scuola?

Personalizza?!

In quale modo?!

Con quali risorse?!

Con quali strategie?!

C’è il mondo delle guerre, c’è quello della miseria, c’è quello del dibattersi giornalmente tra bollette e assicurazioni, tra modi per integrare stipendi e pensioni, affrontare aumenti di ogni tipo, c’è il mondo dei soldi che non bastano mai, degli affetti che crollano dinanzi alla fatica di vivere.

E la scuola che dovrebbe fare?

Arrendersi a una riforma vuota e contraria alla conoscenza, alla criticità, alla riflessione personale, alla presa di coscienza del dipanarsi della storia, del potere in mano di pochi presuntuosi, arroganti?

La scuola arranca tra la storica mancanza di risorse …ma soprattutto nello svuotamento di contenuti e unitarietà.

Gli studi nel campo delle intelligenze multiple non servono a scardinare l’individualismo pedagogico potenziato dalla riforma, il rinchiudersi dentro l’aula per affrontare “disperatamente” “casi” in aumento smisurato.

L’ insegnamento si salva ormai soltanto salvando la relazione con gli alunni e le alunne, in quanto per il resto continua a essere ricacciato in una situazione di solitudine disciplinare, didattica, pedagogica…per motivi di orari, organizzazione, mancanza di “continuità” all’interno e all’esterno dell’istituzione.

Di cosa si discorre quando si tratta di portfolio, dei modi per compilarlo o stilarlo? Di tutto e di nulla!

C’è bisogno di rivoluzione, certo non violenta, seppur violenta dovrebbe essere nelle enunciazioni e nelle conclusioni a cui si dovrà o si dovrebbe giungere alla fine di essa. C’è bisogno di una rivoluzione di teste ben fatte sia al livello dei dirigenti sia a quello dei docenti, una rivoluzione che faccia opposizione a tutto ciò che non preveda il senso della nostra cultura. C’è bisogno che si torni a dissertare orgogliosamente: di esseri umani reali bisognosi di “consolazione”, del rapporto fra letteratura e vita, tra matematica, scienza ed etica, tra musica, teatro e dinamismo culturale, tra arte, sogno e quotidianità, tra tecnologia e libertà…

Il lavoro della scuola, degli istituti “autonomi”, dovrebbe essere sempre più quello di chi trova senso, legami sensati con la realtà e l’utopia…

La scuola sembra aver cacciato dal proprio patrimonio genetico la vita e la riflessione su di essa: nascita, amore, affetti, conoscenza del corpo in relazione agli altri, conflitti, sentimenti, rapporto con la materia e il denaro, malattia, morte… Matematica, Italiano, Storia, Scienze, Musica, Immagine… sono divenute cose da trattare per mezzo di insegnamento verifica e controllo: è, così, impensabile che poi vengano amate e studiate con passione.

Sarebbe il momento di occuparsi non di “riforme”, bensì di ricerca e studio sul/del tessuto sociale reale nel quale deve operare una scuola seria, riflessiva, che “salvi” le persone dal nulla, dalla insensatezza di rapporti che ormai sembrano impostati più sul raggiungimento dei risultati che non sul percorso e sulle problematiche incontrate nell’affrontarlo, che aiuti ad arrampicarsi sugli scogli esistenziali su cui volenti o nolenti si infrangono le menti di adulti e bambine/i di diverse culture, provenienza, ma anche di diversissime problematiche psico- affettive e cognitive.

Il tessuto sociale su cui le persone si dibattono e il fattore pedagogico non possono venir più a lungo trascurati, pena la barbarie educativa. La scuola si fa anche con i “numeri”, ma soprattutto si fa con una buona dose di “interiorità” vigile sull’esterno e lontana dall’esteriorità dei numeri e degli slogan a cui ormai siamo abituati.

La scuola non dovrebbe essere quella delle risposte preconfezionate né in termini di organizzazione né in termine di saperi, poiché è vasto l’orizzonte dei saperi che si presentano numerosi ma non essenziali, quindi essa dovrebbe saper farsi interprete delle carenze cognitive, affettive della società e da queste partire per ricercare il massimo di efficacia nell’individuare ciò che può essere lasciato da parte e ciò che invece consentirà alle bambine e ai bambini, alle ragazze e ai ragazzi di “rivoluzionare” il mondo futuro, che ora è bloccato dalla superficialità diffusa, dall’avere, dal si salvi chi può, dal disincanto. La scuola dovrebbe saper riproporre l’incanto della “domanda” anche nell’affrontare e proporre saperi di tipo pragmatico e nel farlo dovrebbe ricercare altre strade organizzative e di insegnamento/apprendimento che superino la rigida divisione per materie, che sappiano “costringere” gli “insegnamenti” e i loro docenti a confrontarsi sui “significati” delle loro rispettive materie e a farli interagire, a intrecciarli, a renderli dialoganti, a superare la settorialità…

Continuità e coordinamento dovrebbero essere sempre tenuti in considerazione prima dal legislatore, poi nella quotidianità delle azioni e delle scelte didattiche.

Negli ultimi anni si è invece assistito al predominio assoluto di scelte politiche che nulla hanno a che fare con il rispetto della continuità e di un’organizzazione scolastica che tenga conto dei nuovi bisogni di ragazze, ragazzi, dei loro docenti e della vita.

29 settembre 2005

Claudia Fanti

03 ottobre 2005

Riparte la ruspa sul terreno della scuola superiore

Qualcuno forse ricorda i pareri del CNPI sulla riforma?
Qualcuno forse ricorda il recentissimo pronunciamento delle Regioni?
Qualcuno forse ricorda che i "soliti pessimisti" avevano scritto: "Attenzione! Sono solo indicazioni, non sono vincolanti per l'esecutivo".
Bene: è accaduto!

Dal sito web della FLC (CGIL scuola, 3 ottobre 2005)...


E’ accaduto alla VII Commissione del Senato ciò che avevamo rifiutato persino di ipotizzare: la Commissione a maggioranza ha espresso parere favorevole allo Schema di decreto sul secondo ciclo, approvato dal Consiglio dei Ministri il 27 maggio scorso....



Morale: riforma e sperimentazione vanno avanti a testa bassa.
L'attuale esecutivo ha evidentemente bisogno di presentarsi con i suoi FATTO, FATTO, FATTO, TATTO... Abbiamo mantenuto fede a tutti i nostri impegni.
Ecco realizzata la totale riforma della scuola!
Non importa se contro tutti e contro tutto: FATTO!

Qualcuno forse ricorda anche che la "pezza all'educazione tecnica" era contenuta nel famoso "articolo 31" poi misteriosamente scomparso tra una bozza e l'altra.
Ora nello
SCHEMA DI PARERE ACCOLTO DALLA COMMISSIONE SULL'ATTO N. 535
rimane solo il punto 16:


16. Appare opportuno consentire agli studenti che lo richiedano, peraltro sin dalla scuola secondaria di primo grado, di utilizzare il monte ore destinato alla seconda lingua comunitaria al fine di approfondire lo studio dell’inglese, ferma restando la possibilità di includere l’insegnamento della seconda lingua nell’ambito delle discipline facoltative.


Sparito anche Darwin, resiste solo una debole soluzione di ripiego per salvare un'ora in più a Inglese.

L'Educazione tecnica?
A che serve?
Di fronte alla sparizione di decine di migliaia di cattedre laboratoriali ed operative degli istituti tecnici... cosa volete mai che sia!?!

02 ottobre 2005

Il frullato è servito

Sabato 1 ottobre
La seconda volta che entro in quest’aula: 1E
In questa sede (delle mie tre) il preside mi ha detto: hai tutto il corso E. Bene.
Con me hanno un’ora sola, come da riforma. OK.

La volta precedente avevo iniziato a spiegare cosa è la tecnologia.
Oggi vorrei continuare con un semplice lavoro di grafica geometrica per iniziare il quadernone, in realtà è la mia “prova di ingresso” mascherata.

Mi accorgo che non tutti avevano capito cosa volevo per questa settimana: “ci vuole il quadernone a quadretti da 5 mm., ve lo avevo chiesto; un quadernone da usare per tre anni non è un grande investimento. Starò con voi della prima E per tre anni: compratelo, ci occorre”.

I pargoli mi informano: “ma noi non siamo della prima E... qualcuno si... ma non tutti... e poi c’è qualcuno della prima C”

Sudore freddo. Perché ho firmato il registro della prima E? Sto facendo un laboratorio e non lo so? Perché nessuno mi ha detto nulla? Tecnologia la fanno con qualcun’altro? Se io faccio tecnologia, dove sono gli altri? Ma tecnologia non debbono farla tutti?

“Un momento ragazzi.... vado in segreteria a chiedere che materia vi sto insegnando!”
.....
“Per cortesia, qualcuno mi sa dire cosa sto in classe a fare?”
...
“Non lo sappiamo nemmeno noi, aspetti che telefono a chi ha fatto l’orario”
.....

Dalla breve conversazione telefonica apprendo che:
* Ci sono allievi di prima E che stanno a casa il sabato mattina, per questo non li ho visti
* Ci sono allievi che vengono il sabato mattina ed anche qualche pomeriggio sparso
* Ci sono famiglie che hanno scelto attività opzionali oppure no per i propri figli
* Tutti questi stanno mescolati nelle diverse sezioni
* Non sono i docenti che vanno dagli allievi, ma viceversa
* Io faccio tecnologia ad un segmento della prima E ed un segmento della prima C
* L’altro segmento della prima E ha un docente di tecnologia, idem per il rimanente segmento della prima C: siamo in tre docenti su due classi
* La stessa cosa accade per altre materie che sono state frammentate sulla medesima classe: inglese, per esempio

Torno in classe più sereno ed allegro: più casino c’è e più mi diverto.
Il collegio dei docenti, a tempo debito, aveva idea di cosa deliberava?
Considerando che il frullato prosegue nei laboratori... a occhio e croce ho 12 classi, se non erro.
Avevo messo in conto arrivare a fare tecnologia in un'ora per classe... ma non potevo immaginare le mezz'ore su due semiclassi!
Nei prossimi consigli di classe (sempre su tre sedi), ho 4 prime in contemporanea dalle ore 16 alle 17...

Ho capito. Anche questo è un segno di vecchiaia.
La mia visione ddella scuola è evidentemente obsoleta.
Non sono più i docenti ad avere assegnate le classi.
Sono gli allievi che si assegnano singolarmente i propri docenti.
Non per nulla una graziosa bambina mi aveva appena consegnato un bigliettino, scritto da lei stessa, con l'elenco dei compagni che il martedì successivo saranno con me per l'attività didattica "E51".
Lo giuro! Non sto scherzando né inventando nulla.
Pura incredibile sacrosanta verità di quotidiana follia.
Mi sfugge qualcosa... devo proprio essere troppo vecchio.
D’altra parte se la società assomiglia sempre più ad un supermercato, perché non deve accadere la medesima cosa nella scuola ?

OK.
Il frullato è servito.

21 settembre 2005

Domande sempre senza risposta

Cesare Leone, a nome di tutti gli iscritti ANIAT, e posso serenamente affermare anche a nome di circa 20 mila colleghi di educazione tecnica, torna a riproporre le stesse medesime domande che trovano risposta solo nel silenzio del ministro Moratti.
Ecco il testo del FAX inviato....

Alla Redazione di "Porta a Porta"
Fax 06 3721910

L’Aniat, vista la trasmissione "Porta a Porta" del 20 settembre 2005 nella quale sono intervenuti il Ministro Moratti, alcune rappresentanze sindacali, studenti, genitori ecc.
LAMENTA che, purtroppo, ancora una volta è stato ignorato da tutti il problema della cultura tecnologica nella scuola secondaria di primo grado.
Possibile che la cancellazione di una disciplina "Educazione tecnica" insegnata 3 ore la settimana, per 40 anni da una precisa categoria ( 20.000 persone circa) , il suo cambio di denominazione in "Tecnologia", la sua riduzione ad 1 ora soltanto ed il suo accorpamento tout court alle Scienze con conseguente possibile abolizione della relativa classe di concorso non costituisca nemmeno una novità della riforma di cui valga la pena di parlare ? Purtroppo è così! Silenzio totale!
Si sottopongono quindi alla Signora Letizia Moratti

OTTO Domande:

1) Perché ha mortificato la cultura tecnologica riducendo le ore da tre (Educazione Tecnica) ad una (Tecnologia)?

2) Perché la nuova disciplina (Tecnologia) che fino alle ultime bozze di lavoro relative alle Indicazioni Nazionali (30 marzo 2002) era stata presentata,correttamente come Tecnologia ed Informatica (ore 2 + 1 ) è risultata, alla fine, solo Tecnologia ed aggregata, per giunta a Matematica e Scienze?

3) Perché nei contenuti specifici della tecnologia (affidata agli insegnanti di matematica scienze) sono stati introdotti elementi della vecchia Economia domestica cara alla scomparsa scuola di avviamento professionale?

4) Perché l'insegnamento di tecnologia e informatica viene svolto solo nella scuola primaria, mentre nella secondaria di primo grado tale insegnamento viene "spalmato" su tutte le discipline senza un preciso affidamento didattico?

5) Perchè la tecnologia è così maltrattata al punto tale da essere confusa con le scienze e farla diventare, tra l'altro, capro espiatorio di una riforma (non condivisa) che mira solo al risparmio?

6) Perché vuole abolire la classe di concorso A033?

7) Perché continua a parlare di razionalizzazione di posti e non di tagli che verranno invece a verificarsi dall'anno 2006- 2007 per la tecnologia?

8) Perché del rapporto OCSE- PISA non menziona mai la parola tecnologia che pur nel rapporto originale è presente raccomandando agli Stati di aumentare di almeno il 15% il numero dei laureati in tecnologia entro il 2010?

Nella speranza che le domande vengano recapitate (cosa della quale non dubitiamo) e che le risposte siano date dal Ministro, cosa di cui invece dubitiamo molto, visto che si è sempre rifiutata di riceverci, porgiamo vive cordialità, e restiamo a disposizione per fornire tutta la documentazione eventualmente necessaria.

Prof. Cesare LEONE

Torino 21.9.05

20 settembre 2005

Intervista parallela: Panini (FLC) / Moratti

Il settimanale "OGGI" ha pubblicato la settimana scorsa un'intervista in parallelo, mettendo a confronto il segretario generale della FLC Enrico Panini ed il Ministro Letizia Moratti.
Le domande e le relative risposte sono state 26.
Il testo integrale delle risposte che il segretario generale ha inviato al settimanale "OGGI" è disponibile sul sito web della FLC (CGIL scuola).
E.Panini ha dato una interessante rispota che riguarda particolarmente di docenti di educazione tecnica:
======================================

10) È vero che sono state ridotte le ore che i ragazzi passano alla
scuola secondaria di primo grado (l’ex media)? E, di conseguenza, quali materie sono state sacrificate?


La scuola media è stata completamente stravolta da una riduzione secca dell’orario per tutti e dall’aggiunta di una quota oraria facoltativa che può variare secondo le singole scelte delle famiglie. 27 ore settimanali è la quota oraria per tutti gli alunni, e questo ha comportato una riduzione di ore per tutti gli insegnamenti (i modelli precedenti andavano da un minimo di 30 ore fino ad un massimo di 40 ore), ma soprattutto per la lingua straniera e per l’educazione tecnica.
La scuola media, che vantava modelli di scuola di qualità (corsi ad indirizzo musicale, linguistico e tempi prolungati), deve oggi barcamenarsi con organici che, al massimo, ne garantiscono 30 di ore, cercando di scongiurare i rischi di discriminazione sociale che la facoltatività della frequenza può introdurre.
======================================

Non ho la corrispondente risposta del ministro Moratti.
Qualcuno può gentilmente postarla sul Forum ANIAT? Grazie!

17 settembre 2005

Davvero l'educazione tecnica non verrà più insegnata?

Le richieste di informazioni da parte di persone non direttamente coinvolte nelle problematiche della scuola italiana si moltiplicano. Scrivono a questo blog chiedendo se è vero che non c'è più l'educazione tecnica.
Si domandano con meraviglia come mai nessuno ne parla.

Significa che la maggior parte della gente non si è ancora resa conto di quello che sta succedendo.
Chi ha i figli a scuola viene continuamente rassicurato dai dirigenti scolastici.
Non esiste una chiara percezione di quello che succederà il prossimo anno se la riforma va a regime.

Ecco dunque l’estratto di una mia risposta

> davvero l'educazione tecnica non verrà più insegnata ai ragazzi di 12/13 anni?

Vero.
L'intervento risale alla Legge 28 marzo 2003, n.53 che è una LEGGE DELEGA.
Il parlamento ha con questo rinunciato a gestire direttamente il processo di riforma DELEGANDO interamente al governo (l'attuale esecutivo) la formulazione delle nuove "regole del gioco".
Il governo, nella persona del ministro Moratti ha quindi proceduto a realizzare una riforma dopo avere ottenuto praticamente carta bianca.
Ne deriva che la riforma scolastica nasce per decretazione e non in seguito a quella che dovrebbe, sotto il profilo costituzionale, essere il normale percorso parlamentare.
La cancellazione dell'educazione tecnica sta nel DECRETO LEGISLATIVO 19 febbraio 2004, n.59 che riduce il tempo scuola garantito dallo stato italiano a 27 ore / settimana, salva la possibilità di richiedere altre ore opzionali secondo l'offerta formativa formulata da ogni singola istituzione scolastica.

> com'è che nessuno dice nulla sui giornali?

Come è che Beppe Grillo pubblica una pagina di FAZIO VATTENE su un quotidiano nazionale e tutti tacciono?
Temo che la risposta sia la medesima.

> mi pare strano che la notizia mi sia sfuggita...

Alla maggior parte delle persone è sfuggito anche il fatto che il ministro NON è più della PUBBLICA ISTRUZIONE.
Si chiama Ministero dell'Istruzione Università e Ricerca.
Il termine pubblica è stato cancellato.
Vorrà dire qualcosa?

> quand'è che la Moratti ha dato questa ulteriore picconata ai programmi?

19 febbraio 2004.
Il decreto azzera l'EDUCAZIONE TECNICA, rendendo senza valore l'abilitazione all'insegnamento di 16mila docenti.
Al posto dell'educazione tecnica si istituisce una sola ora/settimana di TECNOLOGIA che però viene affidata al docente di matematica-scienze, destinato a divenire insegnante di matematica-scienze-tecnologia.
Ti sarà certamente sfuggito, come a tutti, eccetto che agli insegnanti direttamente interessati, che l'INFORMATICA sbandierata dal ministro Moratti NON sarà materia di insegnamento perché è TRASVERSALE e competenza di tutti gli insegnamenti, quindi forse di nessuno.

Solo in via provvisoria l'ora di tecnologia resta temporaneamente assegnata ai "vecchi" docenti di EDUCAZIONE TECNICA.
In quasi tutte le scuole l'informatica viene ora svolta dal docente di educazione tecnica, utilizzando le ore che risultano "in esubero" cioé praticamente quelle due ore che "avanzano" dal momento che il ministro sta conservando "ancora per questo anno" la vecchia configurazione orario (tre ore per settimana = 1 di tecnologia + due che avanzano).

Quando la riforma sarà a regime, questo significa che i due terzi dei docenti di educazione tecnica risulteranno superflui.
Il rimanente terzo potrebbe fare "tecnologia", che però è assegnata dal decreto a matematica+scienze.
In tal caso, il decreto n.59 2004 stabilisce che si tratta di un'ora alla settimana.
http://www.istruzione.it/prehome/comunicati/2004/allegati/all_c.pdf
Come l'oretta di religione, per intenderci....

> ma che cosa studieranno i miei figli a scuola?

A questa domanda è difficile rispondere perché i contenuti di apprendimento non risultano più unitari sul territorio nazionale e sono diversi per ogni singolo istituto scolastico.
Considera inoltre che la prospettata riforma delle scuole superiori di secondo grado cancella o riduce drasticamente (a seconda dell'indirizzo di scuola superiore - istituto tecnico) anche quasi tutte le materie operative ed i laboratori, azzerando anche (per conseguenza) la figura degli insegnanti tecnico-pratici di laboratorio.
Mi riferisco a chimica, meccanica, elettrologia, elettronica, macchine idrauliche, tecnologia, metallurgia... tutte cose che non servono più "tanto se ne occuperanno i cinesi". Nel quadro della competizione globale la scuola italiana reagisce con una riforma di grande genialità creativa. Si introducono le nuove materie: "Teoria dei processi tecnologici" e "Gestione di progetto".
Praticamente: teorie, marketing, supporto postvendita, customer care... o no?
I nuovi quadri orario sono su:
http://www.istruzione.it/normativa/2005/allegati/dlgs_secondo_ciclo_quadriorario.pdf

> Verrò a trovarvi presto sul vostro blog...

La scuola e la società hanno bisogno di persone come te, impegnate a lottare per progredire e contare.
Donne e uomini che vogliono capire e valere, nati per sentirsi cittadini del mondo e protagonisti, non sudditi.
Grazie.

Infine un pensiero ed un augurio.
Appoggiamo la candidatura Moratti come sindaco a Milano:
UNA SPERANZA PER LA SCUOLA !

12 settembre 2005

La materia preferita

La rivista Marketing e Tv, ha recentemente svolto un sondaggio intervistando un campione di 700 ragazzi della scuola secondaria inferiore.
La scuola viene sostanzialmente percepita come troppo noiosa e per niente al passo con i tempi.
Il 50% del campione intervistato ritiene tuttavia che stare a scuola anche il pomeriggio sia "una piacevole forma di socializzazione con i compagni".
Gli studenti della scuola media inferiore si dimostrano poco soddisfatti dell'attuale offerta didattica ma propensi a mantenere il tempo pieno.
Solo il 19% dichiara di essere soddisfatto della scuola così come è, mentre il 7% si dice indifferente.
Circa il 70% degli studenti interpellati si dichiara scontento.
Emergono percentuali e giudizi severi.
Il 32% vede la scuola come "terribilmente noiosa e per niente al passo con i temi d'attualità"
Il 21% dichiara che è "inadeguata rispetto alle problematiche del mondo del lavoro"
Il 50 % del campione considera però positivamente l'estensione delle attività didattiche al pomeriggio.

Infine, e non dovrebbe essere una sorpresa, l'elenco delle materie che i ragazzi considerano con favore, quelle a cui non vorrebbero assolutamente rinunciare:

informatica (23%)
educazione fisica (20%)
educazione tecnica (16%)
educazione musicale (12%)

Generalmente l'attività di laboratorio informatico nella scuola secondaria di primo grado italiana è svolta da un docente di educazione tecnica.
Aggregando il dato dell'educazione tecnica (16%, terza materia preferita) e quello dell'informatica, si comprende con tutta evidenza che i ragazzi esprimono un deciso gradimento per la didattica prodotta dai docenti di EDUCAZIONE TECNICA, materia che la recente riforma ha invece cancellato.

10 settembre 2005

Ancora una verifica per resistere

Ancora una volta grazie per l'impegno a tutti quelli che ci hanno provato.
A quanto pare non siamo stati in pochi a cercare di inviare FAX ed email.
Purtroppo l'effetto è sempre il medesimo!

Mi ripugna ammetterlo, ma non abbiamo nessun interlocutore istituzionale.
Un furbo, generico, inutile "Considereremo con attenzione le osservazioni proposte" non sarebbe costato nulla. Invece... nemmeno quello!

Ogni altro commento è superfluo.
Comunque grazie ancora per la determinazione di tutti quelli che ci hanno provato.

Proviamo allora a pensare ad una verifica della situazione.
Mettiamo insieme le poche cose concrete su cui possiamo ragionare.

1)
La nostra materia risulta giuridicamente azzerata, ne consegue che l'abilitazione relativa appare inutile

2)
Vengono istituite due nuove discipline: tecnologia ed informatica. Nessuna di queste due corrisponde però ad una materia autonoma. Tecnologia costituisce articolazione dell'insegnamento matematico-scientifico-tecnologico. Informatica rappresenta una disciplina trasversale e non viene assegnata in modo specifico ad alcun docente.

3)
L'ora di tecnologia viene assegnata, in via transitoria, al docente di educazione tecnica, che passa così da 3 ore x 6 classi = cattedra 18 ore, ad un'ora per classe (come l'insegnamento della religione cattolica).

4)
L'organico viene assegnato, in via transitoria, sulla base della precedente struttura della cattedra di educazione tecnica. Ogni istituzione scolastica si trova così a gestire risorse in modo autonomo (laboratori, compresenze, mensa, supporto disagio, alfabetizzazione, integrazione, supplenze...).

5)
Il vigore giuridico della nuova normativa deriva interamente dalla decretazione nata da un'apposita legge delega. Sembrano resistere perplessità sulla correttezza costituzionale di un processo riformatore interamente realizzato attraverso la decretazione, mentre la costituzione impone a questo proposito precisi vincoli. Fino ad un espresso pronunciamento della corte costituzionale, quello che conta è quanto ha firmato il Presidente della Repubblica, errori sintattici e grammaticali compresi.

6)
I decreti hanno un vigore limitato nel tempo e debbono essere ratificati dal parlamento.
Sulla ripetuta proroga dei termini previsti dalla legge stessa ciascuno è libero di trarre personali conclusioni.

7)
Il quadro normativo, a mio parere già impreciso e confuso, presenta numerosi importati aspetti normativi come provvedimenti transitori.

Conclusione.
Il nostro ruolo professionale nella scuola italiana appare come transitorio, così come il quadro normativo.
Il nocciolo della questione sta nel risultare noi meno transitori delle attuali norme di attuazione della riforma. Francamente credo che esistano fondate speranze di successo. Una parte non irrilevante della stessa attuale maggioranza politica sta rendendosi conto delle concrete enormi difficoltà. L'estensione della cancellazione delle materie operative, dei laboratori e degli insegnamenti tecnico-prarici a tutta la scuola secondaria superiore non è cosa che possa passare senza che si sviluppino conseguenze davanti alle quali non basterà chiudere gli occhi.
I nodi, a partire dal nostro, verranno presto al pettine. Vedremo se qualcuno si prenderà la responsabilità di mandare a casa qualche decina di migliaia di professionisti della scuola di Stato perché tanto non servo più. Qualcuno dovrà spiegarlo bene a tutti gli imprenditori, partendo dalla Confindustria... "l'educazione tecnica oggi no serve più perché..." Aspetto di sentire la risposta a questo perché. Con me la attendono in tanti, cominciando dalle famiglie e dai nostri allievi.
Le risposte, quelle date e quelle non date, si giudicano nelle urne.

08 settembre 2005

Al Vittoriano

La cerimonia di apertura dell'anno scolastico presenta singolari richiami... Vittoriano... Alla presenza di 1500 studenti provenienti da tutte le regioni italiane... saggi ginnici e coreografie. Mi ricorda qualcosa che ho studiato in storia ma non ricordo cosa.

Se non fosse che presenta Fabrizio Frizzi e che "Saranno presenti anche personalità del mondo dello spettacolo, dello sport, delle arti, della moda" mi preoccuperei veramente.

Sul comunicato ministeriale NON sta scritto "Saranno presenti anche personalità del mondo della cultura, della ricerca e delle scienze". Si saranno dimenticati di invitarli o non ce li volevano proprio?

Fantasmi didattici e progettazione concreta

In questi giorni ricevo privatamente messaggi che mi chiedono più o meno esplicitamente di avanzare proposte di UDA, competenze, contenuti e compagnia cantando. Qualcuno educatamente, qualcuno in forma quasi perentoria, per tutti il problema da risolvere è: "come dare apparenza di vita ad una disciplina che la riforma ha disintegrato?"

Il problema è che lo stesso Comitato Nazionale della Pubblica Istruzione (che ora pubblica non è più nemmeno nella denominazione ministeriale) ha dichiarato la riforma "inemendabile".

Che senso abbia che io, tu, noi tutti, proviamo a fare capriole per fare finta che sia possibile farla funzionare?

Nelle mie nuove sedi ho chiesto il permesso di pubblicare sul web la programmazione concordata. Mi hanno chiesto se ero matto. Noi abbiamo lavorato anche fino a notte e poi regaliamo? Che se le facciano! OK questo è il nostro modo di restare forti insieme. Sono decisamente "irritato".
Tanto più che, eccettuata una ristrettissima "elite" di autentici eroi, troppi colleghi e colleghe si impegnano a dimostrare nei fatti che "ce lo meritiamo".

Eppure se si leggono tutte le programmazioni che stanno nascendo in questi giorni, il solo denominatore che le accomuna è: "teniamo buono quello che finora ha funzionato".
Per il resto tocchiamo con mano il nostro dissolvimento professionale.

Mi sono sbagliato a chiedere ad un collega di matematica se era insegnante di educazione tecnica, che sciocco, ho usato ancora la vecchia terminologia.
NooOOO !!! Mi ha risposto schifato come se gli avessi chiesto se portava il parrucchino.

Carmen> A chi la programmazione delle UdA per l'informatica?

Ormai in diverse scuole l'informatica viene automaticamente assegnata al docente di matematica scienze, a prescindere dalle competenze possedute.
Alcuni di noi hanno un curriculum professionale da genio informatico e certificazioni a pacchi: non contano.

Io mi sono stancato.
Ho detto ai presidi: ho una cattedra in organico a tre ore/classe. Io costituisco una risorsa a servizio della scuola. Questo è il mio curriculum professionale. Decidete voi. Io so insegnare nudo in un campo di trifoglio: non è bello da vedere, ma lo so fare.

Vi prego di scusarmi per quello che appare come un atteggiamento BARBARO.
Si. Sono un barbaro.
Non mi sta bene di fingere lealtà a Caligola per giovarmi di corruzione e immoralità.
Ho sbagliato a confessare che la mia programmazione per questo biennio è stesa in modo
decisamente provocatorio per continuare a fare quello che so fare e quello in cui credo.

In conclusione....
Non ho nessuna intenzione di sforzarmi di inventare strane alchimie per dare parvenza di vita a questo morto vivente.
OSA, UDA... non esistono nella legge 53 del 2003, non esistono del decreto 59 del 2004.
Leggetevi bene le fonti giuridiche, provate a fare la ricerca delle ricorrenze con word su "portfolio", "OSA", "UDA"...
Cosa essere cosa, UDA? Dice il mio cuore barbaro!

Chi se li è inventati?
Perché dobbiamo correre a chinarci davanti al sacro simulacro dell'Imperatore portato da Roma ?
Perché lo chiede il centurione quando nemmeno le LEX romana lo porta scritto?

Basta. Se vogliono le UDA devono scriverlo, dirmi cosa sono, dove sono, quali sono, a che servono, come si usano.

Per me resta forte e fermo che "L'essenziale è invisibile agli occhi".
Che vada all'inferno la programmazione con tutti gli OSA e le UDA.
Per me contano solo i sorrisi negli occhi che si incroceranno a partire dalla settimana prossima.

Per i nostri ragazzi, per le nostre ragazze, per noi ... sarà un buon anno scolastico 2005-2006.

Io arriverò a giugno 2006 da insegnante. La Moratti ci arriverà da Ministro?
Non credo proprio.
Il supremo organo di consulenza nazionale per la scuola ha formalmente dichiarato "inemendabile" questa riforma. Sono del parere che non sia saggio affannarci ad attuare l'inattuabile e concretizzare fantasmi didattici che forse si dissolveranno prima ancora che chiuda questo anno scolastico.

06 settembre 2005

Conferenza stampa del ministro Moratti

NESSUNA NOVITÀ, SIAMO ALLE SOLITE

Comunicato stampa di Enrico Panini, Segretario generale Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil

L'odierna Conferenza stampa del Ministro dell'Istruzione si è svolta in continuità con tutte le altre: la situazione è quasi perfetta, va tutto bene ha ampiamente ribadito il Ministro.
L'unica novità della Conferenza è rintracciabile nelle cose non dette: ovvero, siamo di fronte all'atto che avvia il probabile e rapido abbandono del Ministero per la campagna elettorale a Milano.
Quindi una Conferenza stampa di addio.
Per questo i toni sono stati, se possibile ancora più del solito, propagandistici.

La sostanza dei fatti si ricava da pochi dati desumibili dai documenti del Ministero stesso:

a) i provvedimenti ?riformatori? sulla scuola sono di fatto al palo a causa dell'amplissimo dissenso registrato. Quindi un fallimento su tutta la linea;

b) le risorse per il funzionamento delle scuole statali sono diminuite dal 2001 al 2005 del 43%;

c) le risorse per sostenere l'offerta formativa delle scuole statali sono diminuite di quasi il 25% nello stesso periodo;

d) le scuole statali sono state ridotte talmente allo stremo che non hanno le risorse per pagare la Tassa sui rifiuti;

e) le risorse per la scuola privata, nel contempo, sono state incrementate in modo significativo;

f) la dispersione scolastica, con la riduzione di un anno dell'obbligo scolastico voluta dal Ministro, è aumentata.

Sarebbe stato utile che, a fine legislatura, il Ministro dell'Istruzione avesse preso atto del vastissimo dissenso che circonda le sue scelte e avesse dato ascolto, per una volta almeno, alle richieste del mondo della scuola e della società.
Così non è stato, è mancato il coraggio ed allora è più facile continuare a ricorrere alla propaganda.

Roma, 6 settembre 2005

05 settembre 2005

Appunti tutor e portfolio

Tutor

DECRETO LEGISLATIVO 19 febbraio 2004, n. 59
Articolo 10, punto 5
5. L'organizzazione delle attività educative e didattiche rientra nell'autonomia e nella responsabilità delle istituzioni scolastiche, fermo restando che il perseguimento delle finalità di cui all'articolo 9 è affidato, anche attraverso la personalizzatone dei piani di studio, ai docenti responsabili degli insegnamenti e delle attività educative e didattiche previste dai medesimi piani di studio. A tale fine concorre prioritariamente, per l'intera durata del corso, il docente in possesso di specifica formazione che, in costante rapporto con le famiglie e con il territorio, svolge funzioni di orientamento nella scelta delle attività di cui al comma 2, di tutorato degli alunni, di coordinamento delle attività educative e didattiche, di cura delle relazioni con le famiglie e di cura della documentazione del percorso formativo compiuto dall'allievo, con l'apporto degli altri docenti.

Portfolio

Non compare "portfolio" in
LEGGE 28 marzo 2003, n.53
Art. 5.punto f (Formazione degli insegnanti)

le strutture didattiche di ateneo o d'interateneo di cui alla lettera e) promuovono e governano i centri di eccellenza per la formazione permanente degli insegnanti, definiti con apposito decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca; g) le strutture di cui alla lettera e) curano anche la formazione in servizio degli insegnanti interessati ad assumere funzioni di supporto, di tutorato e di coordinamento dell'attività educativa, didattica e gestionale delle istituzioni scolastiche e formative.

Non compare "portfolio" in
DECRETO LEGISLATIVO 19 febbraio 2004, n.59 Definizione delle norme generali relative alla scuola dell'infanzia e al primo ciclo dell'istruzione, a norma dell'articolo 1 della legge 28 marzo 2003, n. 53.

Il portfolio non è nominato né nella legge 53 né nel decreto 59 attuativo della legge.
Il portfolio è descritto solo nelle Indicazioni Nazionali transitorie, allegate al decreto stesso.
Resta difficile identificare da quale fondamento giuridico si faccia discendere obbligatorietà.

OSSERVAZIONI
:

Poniamo che una legge imponga che "ogni Comune deve avere un parroco" (in possesso di specifica formazione).
Il Sindaco mi chiama e mi nomina parroco, per il momento ed in attesa del sacerdote in possesso di specifica formazione.
Io rifiuto perché la legge impone come prerequisito il possesso di specifica formazione e non ammette soluzioni transitorie. Infine la legge stabilisce anche CHI provvede alla formazione e precisa chiaramente "degli insegnanti interessati ad assumere funzioni di supporto, di tutorato...".
La legge non recita "degli insegnanti incaricati" o "degli insegnanti nominati".
L'interesse di una persona si esprime liberamente con un atto volontario.
Non sembra esserci spazio per interpretazioni. La legge è chiara.
Non appare quindi corretto ritenere l'assegnazione della funzione tutoriale un obbligo di servizio per alcuno.

04 settembre 2005

Al debutto un anno denso di sfide.

Dal sito web GILDA ins.
La riforma Moratti da attuare, il contratto 2004/5 da firmare
di Alessandra Ricciardi

Inizia un nuovo anno, all'insegna delle riforme da finire e del contratto da chiudere. L'anno scolastico che parte dopodomani, con circa un milione di dipendenti, tra dirigenti, insegnanti di ruolo e precari e personale ausiliario, tecnico e amministrativo, che dovranno prestare servizio per una popolazione studentesca di circa 7,7 milioni, sarà l'ultimo anno che vedrà al ponte di comando il governo Berlusconi.

Nel 2006, con le politiche, le carte si rimescoleranno, con qualsiasi esito elettorale. E il ministro dell'istruzione, Letizia Moratti, è già data come probabile candidata per Forza Italia alla poltrona di sindaco di Milano. Ma al di là degli scenari di fine legislatura, ci sono scadenze tecniche che fanno sì che nei prossimi due/tre mesi si giochino partite importanti.

A partire dalla riforma della scuola, avviata con la legge n. 53/2003, per finire con il contratto, le cui trattative partiranno il prossimo 7 settembre. Sono 15 i decreti necessari ad attuare la riforma Moratti: già applicato il decreto per la scuola primaria, è stato approvato definitivamente quello per il nuovo obbligo scolastico (a regime, fino a 18 anni si dovrà studiare fino a un diploma o a una qualifica professionale) e per l'alternanza scuola-lavoro, con decorrenza 2006/07. Varati solo in prima battuta (devono acquisire ancora i pareri parlamentari per il via libera definitivo), il decreto che disciplina la nuova formazione iniziale dei docenti e l'accesso alla professione e il provvedimento sulla secondaria superiore.
Per questo troncone della riforma, la Moratti ha chiesto al consiglio nazionale della pubblica istruzione di poter avviare una sperimentazione già da quest'anno.

Ancora in alto mare, invece, la definizione delle indicazioni nazionali, ossia dei nuovi programmi, del piano pluriennale di investimenti e delle schede di valutazione. Il tempo che resta è davvero poco, visto che la delega al governo per approvare tutti i decreti, salvo nuova deroga, scade il prossimo 17 ottobre. Entro questo termine, ciò che è fatto è fatto, ciò che resta fuori sarà affare del la prossima legislatura. Ed è sempre da vedere che cosa una maggioranza di diverso colore deciderà sull'intera riforma. Non sono poche le voci nel centro sinistra, a partire da Oliviero Diliberto, leader dei Comunisti italiani, che promette di abrogare la legge n. 53, per ricominciare da capo.

Sembra poi essere definitivamente tramontata, anche alla luce dei dissensi interni al centro-destra, la riforma dello statue giuridico degli insegnanti. Per approvare il progetto resta in fondo meno di un mese reale di lavori parlamentari prima delle elezioni, tenuto conto dell'arrivo alle camere della legge finanziaria. E avviata invece a soluzione la vertenza per il contratto della scuola. Approvata la direttiva all'Aran, le trattative per rinnovare il biennio 2004/05 partiranno il prossimo 7 settembre. Una partita che porterà nelle tasche di docenti e Ata un aumento del 5,01%, a cui si aggiungono i risparmi realizzati nel settore: 285,6 milioni di euro per gli insegnanti, 33 milioni per gli Ata. Complessivamente, aumenti in media di 130/150 euro al mese. Novità potrebbero esserci anche per i precari: entro il prossimo 30 settembre il dicastero di viale Trastevere dovrà presentare il piano pluriennale di assunzioni, come prevede la legge n. 168/2005, che tra l'altro autorizzava le 40 mila immissioni in ruolo per il 2005, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 22 agosto scorso.

03 settembre 2005

Proposte di attività laboratoriale

Alcune ipotesi per i percorsi di apprendimento
da proporre come attività opzionali


I laboratori vanno sempre progettati avendo ben chiare le aspettative dell'utenza e le risorse umane e materiali effettivamente disponibili nell'istituzione scolastica.
Risultati positivi possono essere conseguiti solamente valorizzando la specifica professionalità e le competenze dei singoli docenti.
Le proposte che seguono costituiscono quindi un contributo da considerare come spunto di carattere generale.
La natura degli interventi e le indicazioni di percorso sono forzatamente sintetiche.
Una precisa programmazione va poi sviluppata nel momento in cui si passa dalla fase di proposta a quella di progettazione operativa.

Ecco comunque alcuni temi che potrebbero rivelarsi fonte di ispirazione:

8 Proposte di apprendimento operativo attraverso l'attività laboratoriale

¤ Tecniche di comunicazione informatica
¤ Fotografia e grafica digitale
¤ Produzione di contenuti per il web
¤ Trattamento informatico dei testi
¤ Applicazioni del foglio di calcolo e database
¤ Lettura dell'immagine fotografica, cinematografica e televisiva
¤ Laboratorio di integrazione culturale
¤ Progetto ORIGAMI


Informatica generale (biennio)
Attività di laboratorio informatico


Fotografia_1
Laboratorio dell'immagine ottica, chimica digitale
Attività opzionale di laboratorio informatico-scientifico
(secondo anno)


Fotografia_2
Laboratorio dell'immagine ottica, chimica digitale
Attività opzionale di laboratorio informatico-scientifico
(secondo anno)


Documentazione della produzione didattica a.s. 2004-2005
su http://www.gri.it/didattica/flero/

Anno scolastico e riforma: novità?

CISL Scuola
Anno scolastico e Riforma: novità?
Cosa è cambiato nell'attuazione della Riforma ?
Potete consultare direttamente
il documento sul sito web della CISL SCUOLA
La documentazione completa è
scaricabile con un file zippato.

In pratica nessuna novità per i docenti di educazione tecnica.

02 settembre 2005

Realtà o fantasia ?

La strabiliante notizia qui sotto riportata è tratta

dal sito web della GILDA ins.

Quando la realtà supera ogni fantasia



Oggi, un ITIS di Reggio Calabria, ha proclamato la propria indipendenza staccandosi dal sistema dell'istruzione statale.
L'autoproclamatosi Dirigente dell'istituto, sig. G. C., ha messo alla porta la Dirigente Scolastica assegnata dal ministero e l'Ispettore Ministeriale che la accompagnava.
Non riconoscendo l'autorità di entrambi oltre che quella della Direzione Scolastica regionale.
Dirigente e Ispettore sono stati fuori in cortile sotto un albero mentre all'interno dell'Istituto gran parte del personale docente firmava per accettazione il piano delle attività proposte dal sig. G.
Il personale di segreteria invece si occupava delle incombenze di inizio anno, fra cui l'assunzione in servizio del personale supplente.
Il sig, G. C., l'autoproclamatosi dirigente dell'ITIS è privo di contratto non avendo firmato quello che lo assegnava ad altro istituto cittadino. Istituto, tra l'altro, che al momento è sprovvisto di dirigente.
Presumo che domani verrà ammainata la bandiera della Repubblica Italiana e sostituita con una raffigurante un gatto rampante e che l'ITIS muterà la propria denominazione in ITI "C.G.".
Arkannen - da it.istruzione.scuola - 1 settembre 2005





Camera dei Deputati
Seduta n. 480 del 22/6/2004
ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA
Interrogazioni a risposta scritta:


ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della
ricerca. - Per sapere - premesso che:
nell'Istituto Tecnico Industriale Statale «XX» di Reggio Calabria, da tempo, il dirigente scolastico, professor C. G., sta emanando sistematicamente, sanzioni disciplinari e sospensioni cautelari nei confronti di più docenti; il citato dirigente scolastico è stato rinviato a giudizio dal GUP del Tribunale di Reggio Calabria - Sezione Penale II - in data 24 maggio 2004, per abuso d'ufficio ed è stato denunziato ed indagato per falso, calunnia e diffamazione, reati tutti addebitabili alla sua funzione di dirigente; esistono registrazioni foniche e testimonianze, già depositate presso l'Autorità Giudiziaria, relative a probabili alterazioni di atti pubblici per punire un docente;
in data 21 maggio 2004, con nota prot. 152/ris, il medesimo dirigente
ha richiesto la destituzione del professor Francesco Scordamaglia, validissimo e serio docente di matematica con contratto a tempo indeterminato presso il Liceo Scientifico Statale «Leonardo Da Vinci» di Reggio Calabria, formalmente per aver tenuto un comportamento lesivo delle funzioni e dignità del suddetto dirigente scolastico, ma sostanzialmente - secondo l'interrogante - perché, nella qualità di responsabile provinciale del sindacato «Gilda degli Insegnanti», ha assunto la difesa dei docenti dell'Istituto Tecnico «X», sospesi da servizio; ad opinione dell'interrogante, il direttore scolastico regionale, dottor Ugo P., come sempre, manca di iniziativa nell'assumere i provvedimenti del caso -: se non ritenga, necessario ed urgente, di dovere avviare una adeguata, oculata e trasparente visita ispettiva per accertare la situazione, le relative responsabilità ed i conseguenti provvedimenti. (4-10289)
 

01 settembre 2005

Tra pochi giorni si torna a scuola

Eccoci alle soglie di un nuovo anno scolastico.
Un'amica collega mi ha confessato di non essere riuscita, durante le vacanze, a "staccare completamente la spina".
Purtroppo non è stato facile per nessuno di noi, docenti di ex Educazione Tecnica, abbandonare ogni preoccupazione per la situazione della scuola italiana.
Così non abbiamo potuto evitare di arrovellarci sulle ipotesi che comporta la nostra situazione. Il pensiero, dentro, continuava a girare anche quando abbiamo deciso di "non pensarci".

Tuttavia il meccanismo di attuazione della riforma, almeno per educazione tecnica / tecnologia sembra essersi fermato in modo irreale.
La questione rientra nel quadro che qualcuno ha chiamato TORPORE.
Credo piuttosto che si tratti di una profonda ANESTESIA.
Nella società, nell'economia, nella politica, stanno accadendo fatti che un tempo avrebbero generato rivolte.
Oggi invece sembra che il corpo dell'Italia, la gente, quello che tanto tempo fa si chiamava "il popolo" risulti perfettamente anestetizzato.
Il coltello affonda nella carne ma non si apre nemmeno un occhio.

Ci attendevamo ulteriori disposizioni, un provvedimento sulla classe di abilitazione, un chiarimento... NULLA.
Nessuna nuova = buone nuove!
Non potevamo restare senza che si stabilisse veramente cosa e per quante ore avremmo insegnato e che cavolo di docenti siamo noi di ex-educazione tecnica.
Non si è fatto.
OK !
Questo, per me, significa che facciamo bene ad andare avanti per la nostra strada.
A parte l'oretta di tecnologia, le altre due ore, nei fatti, non ci sono state tolte.
Andremo avanti ad usarle come stiamo imparando a fare.

Tra pochi giorni si torna a scuola

Dobbiamo andare in depressione ?
Non credo proprio.
Noi andremo avanti, con coraggio e determinazione, a fare il nostro meraviglioso lavoro.
Lo faremo attenendoci ai nostri riferimenti morali ed educativi, ai valori che abbiamo costruito attraverso il percorso di sviluppo e consapevolezza culturale di una disciplina vitale per la scuola e la società italiana.
Tutto il resto vada all'inferno!

BUON ANNO SCOLASTICO 2005-2006

Lettera del Segretario generale della FLC Cgil

Enrico Panini, nell'augurare BON ANNO SCOLASTICO con una lettera che potete leggere su:
FLC-CGIL
formula pesanti riflessioni sulla situazione della scuola italiana.
Eccono un breve brano...

===============
Insomma, il nostro futuro si scrive qui ed ora non in un altro tempo.
Ecco perché la FLC è in campo con tutte le sue forze per tenere alta l'esperienza migliore della nostra scuola contro provvedimenti che hanno un impatto gravissimo.

Contemporaneamente vogliamo dedicare la nostra attenzione alla fatica sovente vissuta come priva di senso, alla quale ognuno è costretto da scelte sbagliate e miopi.
Una fatica che merita rispetto ma che ci genera anche indignazione proprio perché priva di senso.
.. [omississ] ...
E questo è inaccettabile!
===============

24 agosto 2005

IMPERMALOSITEVI !

Una società in cui lo stato

a)
concede agevolazioni fiscali e consistenti premi stipendiali agli anziani che continuano a lavorare persino oltre l'età pensionabile

b)
Inventa e promuove nuove forme di contratto di lavoro sminuzzato, flessibile, interinale (c'entra con i problemi intestinali?), saltellante, fantasiosamente formativo (quasi quasi ti faccio un piacere a lasciarti lavorare così ti fai un'esperienza... dovresti ringraziarmi e pagarmi tu!)

... insomma una società in cui si privilegia il lavoro dei nonni per tenere i figli nei parcheggi formativi a pagamento...

è, a mio modestissimo parere, una società che ha scelto di rinunciare alla speranza ed al domani.

L'ho già scritto: abbiamo perso la terza guerra mondiale (quella globale) ed andiamo aggiungendo un errore storico che pagheremo ancora per molti anni.
I giovani sono geneticamente portatori di innovazione, forza e motivazione.
Nella scuola e nella produzione si è deciso di fare a meno di questa risorsa.

Dove trovare motivi di conforto?
L'unica opportunità che vedo lontano consiste nel fatto che una politica di produzione culturale e materiale così distorta non ha grandi possibilità di sopravvivere a lungo.

Fino a quando i giovani accetteranno di restare seduti, zitti e fermi in attesa di un breve "spot" lavorativo sottopagato?

Francamente apprezzo chi alza la voce per dire che ha diritto di lavorare almeno come i vecchi babbioni che si sono costruiti una loro professionalità con pericolosi "fai da te".

Se non aumenta la pressione politica e sociale sui centri del potere, morirete asfissiati di vecchiezza prima di essere mai giunti a vivere la maturità di uomini e donne integrali: figli e mantenuti a paghetta o spot stipendiale intermittente, alla faccia della flessibilità.

IMPERMALOSITEVI!!!
[i nostri allievi si esprimo in modo più esplicito]

L'Italia non uscirà da questo intorpidente declino senza che la struttura delle classi di età al lavoro venga alterata.

Non dovete venire a rivendicarlo qui il vostro sacrosanto diritto al lavoro.
Fino a che i giovani non realizzeranno che è necessario sviluppare forza politica per imporre quella che è una necessità del sistema produttivo, staremo qui ad offenderci sul diploma e sulla laurea, sulla pratica e la grammatica, sull' "adesso tocca a me" e su "io non posso mollare".
Noi "vecchi" non si può mollare perché dobbiamo mantenere i figli che non lasciamo entrare.
È sano e ragionevole quello che accade?

Ragazzi, "impermalositevi" e prendete quello che è vostro.
Il futuro di questa Italia ve lo chiede.
Conviene anche a chi crede di tutelare le proprie inesistenti posizioni di privilegio.
Qui ci stiamo rovinando tutti: vecchi e giovani.
Volete morire supplenti e operai/impiegati a singhiozzo?
Non avete molto tempo. Gli anni passano anche per voi.
Per piacere: salvate i nonni.
Salvateci e salvatevi.

"Impermalositevi" per davvero nei comitati, sui media, in piazza, nelle urne.

23 agosto 2005

Semplice linguaggio di programmazione

Il "semplice linguaggio di programmazione" è un elemento centrale della questione tecnologica nella scuola secondaria di primo grado.
Su questo tema si gioca l'insostenibilità operativa dell'intero disegno riformatore in relazione alla cultura del saper fare nel nostro ordine di scuola.
Prima di arrivare a discutere di LOGO, VISUAL BASIC, JAVASCRITP, PASCAL... è bene partire dall'esame della situazione, dei bisogni, delle risorse e dei vincoli normativi.
Inutile dibattere se dobbiamo cucinare il cappone con un tipo di ripieno o con un altro, quando nessuno ci ha dato il cappone da cucinare e nemmeno abbiamo il forno.
Partiamo dunque dalle poche cose che sappiamo e che abbiamo.

Abbiamo 33 ore in prestito provvisorio.
Nessuno al MIUR si sogna di assegnarci informatica.
Ricordo che tutti i recenti tentativi per giungere a questo risultato, quando già erano formulati precisamente sotto forma di articoli di decreto, sono stati azzerati "colà dove si puote ciò che si vuole".
Informatica è disciplina trasversale.
Non esistono spazi autonomi per svilupparla nel quadro orario.
Le singole istituzioni scolastiche, nell'ambito della loro autonomia, possono prevedere un'offerta formativa che offra opportunità aggiuntive che non restano definite a livello nazionale. Questa è però un'altra storia.
33 ore in prestito provvisorio. Ficchiamocelo bene in testa.

Le 33 ore ci sono se si entra in classe la prima settimana di scuola.
L'esperienza mi ha insegnato che, fino a quando non si ottiene l'avvio di un orario pseudo-provvisorio, ci sono classi in cui non entro fino ad ottobre. Dunque un paio d'ore è facile che si dissolvano in questo modo. Siamo a 31.
Poi ci sono: festività, uscite didattiche (musei ecc..), partecipazione a progetti (cinema, teatro, planetario...), assemblea del personale, sciopero, assemblea sindacale, incontri collettivi in aula magna (i vigili urbani, i maestri del lavoro, i partigiani...), giochi della gioventù, corsa campestre, progetto piscina, festa della scuola... e un raffreddorino non vogliamo prevederlo?
Siccome non considero le 30 ore di formazione obbligatoria in servizio, che dovrei avere come rappresentante della sicurezza per i lavoratori, non considero possibili ore di contrattazione integrativa di istituto, non considero permessi sindacali cui ho diritto, non considero aggiornamenti in orario di servizio e quindi nemmeno partecipo ad ANIATISSIMA.... Facciamo un forfait molto ottimistico? Non voglio nemmeno dire quante ore restano.

Se italiano o matematica "perdono" qualche ora significa che subiscono una riduzione percentuale trascurabile del loro orario annuale. Se noi perdiamo qualche ora, rinunciamo ad una parte consistente delle nostre opportunità.

Andiamo avanti.
Al cambio dell'ora abbiamo il teletrasporto da una classe all'altra, oppure veniamo fermati lungo il corridoio dal preside, dal segretario, dal coordinatore, da un genitore... che muoiono se non risolvono un problema urgentissimo e vitale proprio in quel momento?
Si controllano le assenze? Si firmano le giustificazioni? Si ritirano i bigliettini di ricevuta delle circolari, debitamente firmati... verificando chi ancora deve riconsegnare la ricevuta? Si scrive l'argomento della lezione sul registro di classe e su quello personale? Si interroga qualcuno, ogni tanto? Si annota il risultato sul registro o siamo tutti Pico della Mirandola e ci portiamo a casa il registro per trascrivere quanto necessario?
Mettiamo che una classe ha la nostra ora in coincidenza con l'intervallo.
Quella classe, per questo solo fatto, perderà 1/6 del tempo scuola teoricamente disponibile.
L'anno scorso ho fatto un conticino che mi è parso decisamente ottimistico.
Mi sono rimaste 24 ore. A stare molto larghi.

Facciamo finta che nelle nostre classi non entri mai il bidello a consegnare qualcosa, che i nostri allievi restino sempre al posto in silenzio, non si facciano dispetti, non bisticcino....
In quelle poche ore dobbiamo:

1)
Riconoscere ed analizzare il settore produttivo di provenienza di oggetti presi in esame

Non studiare e comprendere materiali e processi. Non conoscere tecnologie e prodotti... ma per diretta scienza infusa "riconoscere ed analizzare".
Un tempo ci mettevamo settimane per esaurire argomenti come legno, carta, vetro, metalli, tessuti, materie plastiche, combustibili... Ora si dà già per acquisito tutto ciò. Chi lo ha insegnato, o per meglio dire... come lo hanno appreso i nostri allievi?
Ore totali: bastano 6 ore?

2)
Riconoscere, analizzare e descrivere oggetti, utensili, macchine, impianti, reti e assetti territoriali nelle loro procedure costruttive, nelle loro parti, nella loro contestualizzazione e in base alla loro sostenibilità/qualità sociale.

Alla rinfusa: ferro da stiro, macchina per cucire, phon, macchinetta caffè, trapano, saldatore, tornio, pressa, condizionatore, frigorifero, stufa, scaldabagno, radio, telefono, pannello solare, abitazione, città, strade, ferrovie, fognature, depuratori....
Ore totali: bastano 6 ore?

3)
Rappresentare graficamente un oggetto in modo intuitivo o con il supporto di mezzi tecnologici, applicando regole delle proiezioni ortogonali e forme elementari di assonometria

Limitiamoci alle squadrette e basta...
Ore totali: bastano 6 ore?

4)
Individuato un bisogno, realizzare il modello di un sistema operativo per soddisfarlo, seguendo la procedura: ideazione-progettazione - rappresentazione - realizzazione - collaudo - produzione - dismissione - riciclo.

A parte il fatto che tra la produzione e la dismissione sarebbe forse auspicabile che ci fosse anche l'impiego...
Ore totali: bastano 6 ore?

5)
Individuare e praticare esperienze di design, cucitura, tessitura e ricamo per scopi funzionali ed estetici.
Costruire bozzetti o modelli riferiti ad oggetti d'uso comune, dai vasi ai tessuti ai vestiti, utilizzando materiali elementari e di facile uso.
Esercitare attività di decorazione e grafica su modelli volumetrici.

Qui mi sono permesso di mettere insieme tre OSA che considero assimilabili.
Infatti, siccome non abbiamo un ***** da fare e non sappiamo come riempire le ore, possiamo dedicare qualche sforzo a portare via lavoro ai docenti di ARTE ED IMMAGINE (ex educazione artistica).
Ore totali: bastano 6 ore?
Fatto il conticino?
A me risulta che il tempo disponibile non basta nemmeno lontanamente per prenderci in giro e fingere di avere ottenuto, anche solo parzialmente, ciò che si vorrebbe da noi.
Non so cosa risulta a voi, care industriose colleghe ed intraprendenti colleghi.
A me risulta che sono andato a scuola per alcune ore oltre il mio orario di servizio.

A questo punto possiamo iniziare a pensare al "semplice linguaggio di programmazione".

Ipotizziamo che tutti i componenti del mio consiglio di classe si voltino verso di me e mi dicano: "informatica la fai tu perché sei l'unico in grado di farla".
Ipotizziamo che io sia tanto cretino da rimanere ammutolito, in modo che il segretario possa verbalizzare che informatica viene svolta nelle ore di TECNOLOGIA.
Ipotizziamo pure che Totò, qualora fosse presente, potrebbe legittimamente dichiarare:
«Lei è un cretino! Si informi! Chieda in giro!»

A questo punto, mi domando e dico...
Il "semplice linguaggio di programmazione"
GLIELO IMPARO, come dicono alcuni.. perché LO INSEGNO non si può più dire:
non si insegna più nulla, sono gli allievi che imparano!

Dunque "GLIELO IMPARO" portando le innocenti creature che il MIUR mi ha affidato a casa mia?

In quali ore... che già sono in spaventoso "debito orario? "

Mancando persino anche la sola speranza di avere tempo...
Andiamo in laboratorio informatico.
Un computer non si accende, a qualcuno non va il mouse, quell'altro il software...
OK? Pronti?

LOGO !
=======

Non vedo alternative.
Ci vuole un linguaggio immediato, elementare, intuitivo...
Va benissimo alle elementari ed andrà ancor meglio a me che non ho tempo da perdere.
Ci faccio dei disegnini sullo schermo così i miei innocenti bimbini mi guarderanno colmi di stupore e penseranno legittimamente che sono un cretino.
Rimarranno talmente esterrefatti che nessuno oserà chiedermi "A COSA SERVE?".
Sarebbe stato bello occuparsi di programmazione come opportunità formativa autentica.
Non c'è tempo. Peccato.
Meglio il LOGO.

Questo è ancora nulla!
Rimane la questione morale.
In classe terza l'OSA corrispondente diventerà:

«Utilizzare un semplice linguaggio di programmazione per risolvere problemi concreti o attinenti le altre discipline (organizzazione di una bibliografia ecc.). »
NON usare un programma database o foglio di calcolo... NO!
S C R I V E R L O !!!
«Utilizzare in modo approfondito ed estensivo i programmi applicativi per la gestione»
rimane un OSA a parte, dichiarato subito dopo dalle indicazioni per la classe terza.

Mi ricordo che negli Anni Ottanta usavamo in classe i vecchi ZX per trovare l'ipotenusa, dati i cateti... si faceva con il BASIC. Allora i nostri allievi riuscivano ancora a stupirsi vedendo che "si può scrivere nello schermo".
Fino ad allora lo schermo era il televisore: dovevi subire quello che ci mettevano.
I nostri ragazzi non erano ancora abituati ad usare monitor "in cui" poter mettere quello che si vuole.
I tempi sono cambiati e temo che al MIUR non se ne siano accorti, come dimostra la faccenda dell'economia domestica.

Dunque in terza "DOVREMO" scrivere un programmino per risolvere problemi concreti o attinenti le altre discipline.
Ecco dove sorge la questione morale.
A me, come professionista, il mio datore di lavoro può chiedere anche cose inutili, stupide e perfino didatticamente dannose.
Il problema è: LO FARÒ ?
Non accetto che si dica che a me non compete stabilire se qualcosa è giusto o sbagliato... che devo obbedire e basta.

Io mi ritengo in primo luogo un educatore.
Se mi dicono di insegnare che la teoria evoluzionistica è infondata e che Dio creò scimmie, giraffe e tutto il resto... come accade ora in qualche scuola negli Stati Uniti... ho qualcosa da dire.
Sono cristiano e praticante. Rivendico però la mia dignità professionale.

Se vogliono il "semplice linguaggio di programmazione" lo avranno: un pizzico di LOGO, tanto per gradire.
Di più non posso.

Se vogliono che GLIELO IMPARI a scrivere programmi "per risolvere problemi concreti o attinenti le altre discipline" qualcosa cambia.

Già c'erano stati quelli che «IO AFERE SOLO OPPETITO ORDINI !!»
Io non sono di quelli.
Rivendico la mia responsabilità morale di professionista.
Se sono un dottore ed il primario mi impone di praticare ingiustificati salassi ai pazienti... farò loro una puntura sul polpastrello.
Sono pronto a pagare di persona.
Nessuno può contare su di me per immiserire valori formativi, cultura, la scuola italiana.
Conclusione: LOGO
Giusto una punturina sul polpastrello.
Per altre questioni mi sento di rispondere come quelli che a suo tempo hanno saputo dire
SIGNORNÒ

PENSIAMOCI ANCORA UN POCO:

Secondo me è molto difficile pensare a contributi che non tengano conto della situazione concreta.
A me sembra che sia un po' come progettare vacanze ai Caraibi con 50 euro in tasca.
Comunque sognare non costa nulla e dunque proviamo ad ipotizzare cosa potremmo fare se
1) ci viene assegnato uno specifico ambito didattico (informatica)
2) ci vengono assegnate i corrispondenti spazi di orario di cattedra

L'idea (per dire così) di realizzare una formazione ed un'educazione rivolta alla forma e non alla sostanza, all'apparenza pubblicitaria e non al risultato mi ripugna.
Non è della scuola secondaria che mi preoccupo: è della mia Italia e del sangue, del cuore, del cervello e delle braccia dei miei figli e dei miei nipoti.
Negare non dico l'opportunità ma, affermo, il diritto all'educazione operativa e tecnologica significa violare un diritto naturale. La so perfettamente che sei sulla medesima posizione, ma desidero sottolinearlo.
Ho trovato pochi giorni fa in rete "il manifesto dei diritti naturali di bimbi e bimbe".
http://www.scuolacreativa.it/diritti.html
Al punto 5:
IL DIRITTO ALL'USO DELLE MANI
a piantare chiodi, segare e raspare legni, scartavetrare, incollare,
plasmare la creta, legare corde, accendere un fuoco

Allora non siamo i soli a pensare che per diventare uomini e donne integrali bisogna dare pienezza a tutte le potenzialità culturali, operative comprese, dal bambino più piccolo in sù!

Credo che tutti i colleghi e le colleghe possano capire che cosa ha perso la scuola (non noi, dato che ci metteranno comunque a fare qualcosa da qualche parte). Lo sanno benissimo anche quelli che l'hanno tolto.
Si tratta di una "razionalizzazione" che si illude di sopravvivere alla globalizzazione con una scelta suicida: a noi la progettazione, ai cinesi (ai poveri) la produzione. Invece, purtroppo non è più così, perché i poveri sono magri e mal nutriti ma non sono deficienti e la Cina, da sola, sforma 3 milioni di ingegneri all'anno.
Qui, quasi accanto a casa mia, a Lumezzane, si facevano posate per tutto il mondo.
Ora si rigirano in mano la forchetta cinese: la osservano con gli occhi sgranati e si domandano come hanno fatto a farla MEGLIO di loro!

Mi sembra di stare legato a vedere che le ruspe demoliscono la mia casa con la pretesa di renderla più snella... e mettermi a progettare cosa posso piantare in giardino (senza semi e tra i detriti).

Comunque proviamo pure a parlare di "un semplice linguaggio di programmazione".

Quando ho scritto che la mia scelta è il LOGO perché è la sola soluzione che ritengo praticabile nelle disperate condizioni delle risorse orarie di cui dispongo, non scherzavo.
Diversa è la questione se entrano in gioco ore di attività laboratoriale. Ma questa è un'altra storia.

20 agosto 2005

Avanti, che non c'è posto!

Il ministro va in giro illudendo precari e sissini con la considerazione che tra pochissimi anni i "vecchi lupi" andranno in pensione.
Come dire: "state buoni che vedrete che adesso vi si fa posto!".
Purtroppo non ci si rende conto che ben pochi, tra i docenti cinquantenni hanno la possibilità di raggiungere nei prossimi anni i requisiti per il pensionamento.
La carriera è stata, per quasi tutti, un lungo e tortuoso percorso fatto di supplenze temporanee. Il problema si riproporrà con ancora maggiore vigore nel futuro.
Mettere insieme i 35 anni di lavoro è una bella sfida per docenti che ottengono l'incarico a tempo indeterminato quando ormai sono quarantenni.
Inoltre la soglia dell'età è stata alzata al punto tale che, quando molti raggiungeranno i sessant'anni, ci vorranno ancora altri anni perché la riforma è a scalare verso i 65.

In questo modo le università si rimpinguano le casse con corsi che dovrebbero dare una formazione di elevato livello professionale.

INVECE COSA SUCCEDE ?

1)
I giovani leoni si fanno il culo a campana studiando sodo e lavorando gratuitamente per centinaia di ore sotto forma di un fantasma, di un'illusione ottico-didattica che assomiglia ad un tirocinio.

2)
Le giovani leve, pagando salato in termini di risorse finanziarie, pazienza, stress, impegno, lacrime, sangue e giorni della loro vita, si costruisco un solido patrimonio di competenze che i loro docenti (senza reale esperienza della scuola) spacciano per fondante e vitale.

3)
Alla fine del percorso questi speranzosi aspiranti, a cui va tutto la mia sincera ma inutile solidarietà, rivendicano legittimamente il "posto al sole" per cui hanno lottato con tanti sacrifici. Siccome si ritrovano costantemente fuori dall'uscio... Si chiedono: cosa ho che non va? ho studiato, sono pronto, motivato, preparato! Da dietro il vetro vedono noi e si dicono: cacchio! Questi qui in cinque anni hanno preso un diploma che ha dato loro un lavoro, mentre ho trentotto (DICASI TRENTOTTO) anni e sono ancora a prendere al paghetta dalla mamma? Normale che si incazzino. In realtà non ce l'hanno con noi che ci siamo fatti su da soli di fango, lacrime, esperienze ed aggiornamenti quotidiani. Il succo della questione è "come è che questi ancora non se ne vanno?".

4)
Miei innocenti e giovani colleghi... ve lo spiego io perché non andiamo, né quest'anno e nemmeno tra cinque anni! Perché avendo studiato pochino, non abbiamo una laurea che costituisca titolo e che potesse essere riscattata. Fate poi conto che la nostra bella quota di precariato ce la siamo goduta a colpi di supplenze di dieci giorni e due settimane... ben intervallate da pause di riposo. Così i nostri primi anni nella scuola (io ho iniziato nel lontano '72), attaccati insieme, fanno qualche mese. Conclusione: i trentacinque anni di servizio, noi vecchi babbioni, li vediamo col binocolo.

5)
Quando vi faremo posto? Presto fatto il conto: quando avremo sessant?anni potremo andare in pensione. Purtroppo però, quando avremo sessant?anni non basteranno più sessant'anni... perché la riforma è a scalare: avete presente la carota? Quando avremo sessant?anni ci vorranno sessantuno o sessantadue anni. Capito come funziona? Funziona che l'80% degli insegnanti di Educazione Tecnica, solo diplomati in possesso della vecchia abilitazione, potranno gioiosamente lasciarvi il posto a partire... facciamo dal 2012 o giù di lì?

6)
Inutile che ci amareggiamo per stabilire se vale più la pratica o la grammatica.
Qui si mette implicitamente in soprannumero una percentuale enorme di docenti che nemmeno sono "incaricati a tempo indeterminato", ma addirittura di quelli che nel cassetto hanno un foglio dove un altro ministro aveva scritto "di ruolo".

7)
Continuiamo a fare sentire forte la nostra voce perché la vostra lotta è la nostra lotta.
Insieme vogliamo una scuola che permetta all'Italia di sopravvivere e rinascere dopo questa terza guerra mondiale (globale) che abbiamo già perso.

Cosa volete che "CI" diciamo?
Non resta altro che scrivere la parola CORAGGIO.